Alla ricerca del tempo perduto_3_I Guermantes by Marcel Proust

autore:Marcel Proust [Proust, Marcel]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Mondolibri
pubblicato: 2000-01-01T00:00:00+00:00

L’idea che fossimo forse mal giudicati da quella signora per non portarle mai né lilla né rose, mi fece arrossire; e, per cercar di sottrarmi fisicamente a un giudizio sfavorevole, o almeno d’esser giudicato da lei soltanto in contumacia, mi diressi alla porta d’uscita. Ma nella vita non sempre siamo maggiormente gentili con le persone che ci portano rose; perché la «marchesa», pensando che mi seccassi, mi rivolse la parola:

- Non volete che vi apra una piccola cabina?

E siccome io rifiutavo:

- Davvero, che non volete? - aggiunse con un sorriso.

- Ve lo dicevo di cuore; ma so bene che sono bisogni che non basta poterli fare gratis per averli.

In quel momento una donna malvestita entrò a precipizio, mostrando precisamente di averli. Ma essa non doveva far parte del bel mondo della «marchesa», perché questa, con una ferocia da snob, le disse seccamente:

- È tutto occupato, signora.

- E… ci vorrà molto tempo? - domandò la povera signora, rossa sotto i fiori gialli del suo cappello.

- Oh! signora, vi consiglio di andare altrove. Perché, vedete, ci sono ancora questi due signori che aspettano, - (e indicò me e la guardia), - e ho un gabinetto solo: gli altri sono in riparazione. - È una faccia da malpaga, - disse quindi a noi. - Non è il mio genere: gente senza pulizia, senza rispetto. Avrei dovuto passare io un’ora a far pulizia per madama. Non rimpiango i suoi dieci centesimi.

Infine, dopo una lunga mezz’ora, la nonna uscì e, pensando che non avrebbe pensato a riparare con una mancia all’indiscrezione che aveva avuta restando in cabina tanto tempo, battei in ritirata, per non aver la mia parte nel disprezzo che senza dubbio le avrebbe testimoniato la «marchesa»: infilai un viale, ma camminando adagio, affinché la nonna potesse facilmente raggiungermi e proseguire con me. E così accadde presto. M’aspettavo che mi dicesse: «Ti ho fatto aspettare un bel po’. Speriamo che troverai egualmente i tuoi amici»; ma essa non pronunciò una parola, tanto che, un po’ deluso, tacqui anch’io. Infine, alzando gli occhi su di lei, vidi che, pur camminandomi a fianco, teneva la testa voltata dall’altra parte. Ebbi paura che avesse ancora nausea. La guardai meglio, e fui colpito dal suo passo a scatti. Aveva il cappello di traverso, la mantella sporca, l’aspetto disordinato e scontento, e il viso rosso e preoccupato di qualcuno che sia stato urtato da una vettura o sia ruzzolato in un fosso.

- Ho avuto paura che avessi una nausea, nonna. Ti senti meglio adesso? - le dissi.

Certo, essa pensò che le era impossibile fare a meno di rispondermi senza inquietarmi.

- Ho sentito tutta la conversazione fra la «marchesa» e la guardia, - mi disse. - Era del puro Guermantes, e «piccolo clan» Verdurin. «Dieu! qu’en termes galants ces choses-là étaient mises!»129. - E aggiunse ancora, con applicazione, questo tratto della sua marchesa, Madame de Sévigné: «Ascoltandoli pensavo che mi preparavano le delizie di un addio».

Questo fu il discorso che mi fece: in cui aveva messo tutta la sua finezza,

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