American psycho by Bret Easton Ellis

American psycho by Bret Easton Ellis

autore:Bret Easton Ellis [Ellis, Bret Easton]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858412145
Google: UmibAgAAQBAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 1999-01-01T23:00:00+00:00


DA NELL’S

Mezzanotte. Siedo in un separé da Nell’s, con Craig McDermott e Alex Taylor - che è privo di sensi - e tre fotomodelle della Elite: Libby, Daisy e Caron. L’estate è ormai prossima, siamo a metà maggio, ma da Nell’s c’è l’aria condizionata e fa fresco: nel locale semivuoto aleggia un jazz leggero; sul soffitto ronzano ventilatori; all’esterno, sotto la pioggia, attende una folla numerosa, che s’infoltisce sempre più.

Libby, bionda, calza scarpe da sera di grosgrain nero dalle punte esageratamente aguzze e con fiocchetti di raso rosso, di Yves Saint Laurent. Daisy, ancora più bionda, porta scarpe a punta di raso nero e calze nere con paillettes d’argento, di Betsey Johnson. Caron, biondo platino, indossa stivaletti di cuoio, mezzo tacco, con guarnizioni di tweed, di Karl Lagerfeld per Chanel. Tutt’e tre portano miniabiti di lanetta di Giorgio di Sant’Angelo, e bevono champagne con succo di mirtillo e schnapps alla pesca; e fumano sigarette tedesche. Ma non protesto, anche se credo che nel locale converrebbe riservare un settore ai non fumatori. Due delle ragazze indossano occhiali da sole di Giorgio Armani. Libby soffre di jet-lag. Delle tre, Daisy è l’unica che avrei remotamente voglia di chiavare.

Oggi, verso le cinque, dopo un colloquio con il mio avvocato, riguardo a una falsa denuncia per stupro, mi è preso un attacco di ansia. Sono andato a smaltirlo in palestra. Poi ho incontrato le modelle al Plaza, per un drink. Poi, al cinema a vedere un film francese di cui non ho capito niente, ma che comunque era chic. Poi, a cena in un ristorante sushi chiamato Vivids presso il Lincoln Center. Poi, a una festa da un ex fidanzato di una delle tre modelle, in un attico di Chelsea, dove hanno servito pessima sangria. La notte scorsa, ho fatto un sogno in cui chiavavo ragazze di cartapesta. Stamane, al Patty Winters Show hanno parlato di ginnastica aerobica.

Indosso un completo a due bottoni di Luciano Soprani, con pantaloni plissettati, camicia di cotone dei Brooks Brothers e cravatta di seta di Armani. McDermott, che porta un vestito Lubiam, camicia Ralph Lauren, fazzoletto Ashear Bros, cravatta Dior, si accinge a lanciare una monetina per decidere a chi tocca andare dabbasso a procacciare un po’ di “polvere boliviana”, indispensabile dal momento che, con queste tre ragazze, non sappiamo di che cosa parlare: scoparle sì, ma conversarci no, è praticamente impossibile, non hanno assolutamente niente da dire. Ciò non dovrebbe stupirci ma, in qualche modo, ci disorienta ugualmente. Quindi, la coca ci vuole. Taylor è seduto ben eretto sul busto, ma ha gli occhi chiusi e la bocca aperta. A tutta prima, si era pensato che fingesse di dormire, per protesta contro la mancanza di eloquenza delle tre ragazze, ma è possibile che stia dormendo veramente. Sbronzo è sbronzo. Ha cominciato a essere incoerente dopo i tre sakè che ha bevuto al Vidids. Ma le tre sgrinfie non ci fanno minimamente caso, tranne forse Libby, che gli siede accanto. Ma ne dubito, fortemente.

“Testa, testa, testa,” borbotto tra i denti.



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