Andrea Muccioli by Fango e risate. Storia di San Patrignano (1975-1995) (2021)

autore:Fango e risate. Storia di San Patrignano (1975-1995) (2021)
Format: epub

In quest’anno denso di sollecitazioni e cambiamenti, finalmente raggiungiamo un’oasi di pace e speranza.

È il 27 novembre e in comunità si celebrano sedici, nuovi matrimoni.

Sono emozionato, perché tra i trentadue novelli sposi ci sono anche Grazia e Massimo, e io farò da testimone allo sposo.

Ma in questo straordinario, lieto evento, sono racchiuse storie e avventure umane eccezionali.

Come quella di Loris e Mara, che si erano sposati già in comune, a Rimini, tra una pera e l’altra, perché lei era rimasta incinta. E che dopo l’unione civile e la nascita di Alice erano rimasti isolati e spenti, ciascuno avvinghiato alla propria tossicodipendenza, che rimaneva la presenza dominante del loro rapporto. Tanto che, una volta entrati in comunità e senza roba, si erano ritrovati come due perfetti estranei, nonostante la responsabilità della figlia, e si erano separati.

È stato necessario un faticoso, lungo periodo vissuto in proprio, a scoprire valori affettivi e morali, prima di potersi ritrovare come coppia, e come genitori. E oggi sono qui, a celebrare questo traguardo e insieme questo nuovo punto di partenza, come famiglia.

Ci sono ragazze, come Daniela ed Emanuela, che hanno addirittura seguito il proprio compagno in comunità, senza essersi mai drogate, col solo proposito di stargli vicino sperando in una piena rinascita, rischiando tutto. E oggi realizzano quella speranza.

È impressionante come dentro la storia passata di quasi tutti i ragazzi che si sono drogati, e che oggi sono qui, ci siano molte costanti: gli spinelli a scuola o in riformatorio a dodici, tredici anni, il primo buco a quindici, sedici, i furti in casa, rapine, prostituzione, spaccio, il carcere, gli innumerevoli, fallimentari tentativi di disintossicazione, epatiti, denti marci, le overdose, la scelta disperata di tentare la strada della comunità come ultima spiaggia, le fughe, la rinascita.

Oggi è come se tutto questo degrado fosse mondato da ogni scoria o veleno, tutto l’orrore del passato si è trasformato in amore, promesse mantenute, impegno di vita futura.

Sopra l’altare, nella palestra per l’occasione diventata chiesa, c’è una grande teca di vetro, da cui, al momento dei trentadue sì, vengono liberate sedici colombe bianche, che dapprima sbandano disorientate dalla folla e dalla confusione, poi trovano una via d’uscita e, librandosi nell’aria, volano via nel sole freddo del tardo autunno, finalmente libere.

Sono passati ormai più di tre anni dal giorno degli arresti e dell’inizio della carcerazione di mio padre e degli altri volontari. Il giudice Andreucci, che ha tenuto aperta l’indagine istruttoria per circa tre anni, adottando misure e iniziative tese in ogni modo a frenare, se non arrestare, l’opera della comunità, finalmente emana la sentenza di rinvio a giudizio.

Le quattordici persone arrestate nell’ottobre del 1980 dovranno rispondere di sequestro di persona, maltrattamenti, abuso della professione medica, truffa, abuso della credulità popolare, lesioni.

Nonostante tutti noi ci aspettassimo nient’altro che questo, anche la semplice lettura di tanti e tali capi d’imputazione, mi lascia abbastanza impressionato.

Mio padre invece è tranquillo, come la sua coscienza, dice. In questi giorni è in Sardegna, per acquistare mucche e pecore con cui ingrandire gli allevamenti di bestiame della comunità.

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