Antonio Di Benedetto - Zama (2014) by admin

autore:admin [admin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-05-19T16:00:00+00:00

22.

Vedevo quel che desideravo da Luciana e compresi che le dilazioni e gli ostacoli nascevano dalla mia facilità a intenerirmi. Intenerendomi, mi distraevo dallo scopo e la donna diveniva più forte, godendo a prolungare il piacere di sentirsi assediata.

Non dimenticavo quanto sterili s'erano già rivelati i miei tentativi di mostrarmi energico. Ma volevo differenziare due epoche: quella iniziale, in cui Luciana era ancora disorientata e si prendeva gioco di me, e la seconda, di paziente avvicinamento e tensione amorosa che avrebbe potuto mutarsi in passione per un qualsiasi stimolo improvviso.

Confidai in maniera così assoluta nella possibilità casuale, imprevista, che mi amasse in quel modo, da immaginare che sarebbe potuto avvenire quello stesso giorno, e appunto supponendo questo rimasi nella taverna. Non mi sentivo disposto, quel giorno, ad amare con veemenza.

Nella taverna se ne stava a bere un capo bovaro e io, solo com'ero, prestai ascolto a ciò che diceva.

Metteva insieme mandrie per il suo padrone, Alfonso de Almeida, che veniva a prendere possesso, a Villa Rica, della fattoria di don Honorio Piñares de Luenga.

Nonostante l'ora tarda e pertanto inaspettata, mi presentai a Luciana.

Non la vedevo dalla sera precedente, quando mi aveva rivelato la sua duplice parentela con Piñares; ma era ormai un altro tempo, quello che avevo presentito.

La palpebra dell'occhio destro era di nuovo chiusa. Non tanto, però, da impedire il passaggio d'una lacrima che imitò quella più libera dell'occhio sinistro, che vidi velato quando c'incontrammo, senza parole.

Mi tese le mani, solo le mani, tenendo a distanza il corpo. Aveva bisogno del mio conforto, e questo, si sa, si sente di più quando è il sangue a comunicarlo.

Tanta violenza s'era fatta, parlandomi quella sera, che il suo male l'aveva tormentata a un tale estremo? Glielo domandai e mi rispose di no, negando lievemente con un cenno del capo. Al mattino, un inviato del marito l'aveva informata di una faccenda che stava per essere conclusa: la vendita della tenuta di Villa Rica. E ormai era cosa fatta.

"Ma che cosa cela codesta vendita di temibile o doloroso?", domandai, sconcertato dal suo sconforto, dimenticando quanto mi avesse turbato apprenderla alla taverna. Volli sapere di più: "Vi minaccia forse la povertà?"

Luciana mi dissuase da quell'idea, per aggiungere subito con una pena pietosa, tranquilla: "Tu non sai, poverino".

Quel che non sapevo era che Honorio s'era sentito punto dallo stesso desiderio di suo padre: godersi in Spagna le ricchezze accumulate in America. Poiché non aveva un figlio col quale dividerle, prendeva con sé ogni cosa e rinunciava alla carica di ministro delle Finanze Reali, senza neppure volerne un'altra a Madrid né in altro luogo del territorio spagnolo.

Luciana non me l'aveva mai detto, fino ad allora, per timore che, sapendola in procinto di allontanarsi per sempre, cessassi d'interessarmi a lei.

Due pensieri ugualmente ottimistici, e così pure ugualmente accettabili, risposero a quelle decisive novità: Luciana sarebbe venuta a me, di sua volontà, prima di partire. Una volta in Spagna, avrebbe tenacemente lavorato perché io ottenessi un rango più elevato e un nuovo posto di maggior decoro; avevo prove d'avanzo della sua abilità per le imprese diplomatiche.

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