Aprile Pino - 2013 - Il Sud puzza by Aprile Pino

autore:Aprile Pino [Aprile Pino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Commentary & Opinion
ISBN: 9788858510049
Google: QciRAQAAQBAJ
editore: Piemme
pubblicato: 2013-10-22T22:00:00+00:00

IL RISVEGLIO

I cacciatori di fumo attraversano la piana in auto, armati di telefono e, a mente, della mappa della terra più fertile d’Europa. Perché cacciatori di fumo? Ve lo racconto fra un po’; prima vi dico che uno fa l’ingegnere informatico e dedicava il tempo libero alla poesia napoletana; uno percorreva quelle strade per raccogliere dati sulle aree archeologiche da valorizzare; uno coltivava un frutteto; una era casalinga appagata; il prete era già un buon prete, non aveva mai pensato di dover studiare chimica, per amore del suo gregge; uno faceva l’avvocato e campava delle liti di condominio... Erano, a uno a uno, come noi e tanti altri. Non sapevano di essere destinati a occuparsi di veleni e tumori, mafia e malapolitica; di doverne sapere più di molti specialisti, poliziotti, medici, amministratori e ministri (questo è facile; ed è facile pure la battuta); di diossine e residui tossici di lavorazioni industriali, alleanze e interessi economici dei diversi clan camorristi, di connessioni fra politica e criminalità, e indici di mortalità per cancro e di quali, derivanti da cosa.

Uno di loro l’ho visto uscire di casa, per accompagnarmi nei gironi infernali della Terra dei Fuochi. Lo ha raggiunto la moglie, sul pianerottolo, gli ha chiesto quello che già sapeva: «Vai a...?». Lui non risponde ormai più, se non con uno sguardo; tutti e due sanno che quella domanda significa: «Devi proprio?». Lei non è molto d’accordo; sì, il marito fa la cosa giusta, ma ne fa troppe di cose giuste, si espone contro interessi forti e criminali. E lei ha paura. «Perché proprio lui deve farlo?» mi dice. È una donna intelligente, conosce la risposta: «Quando si dice “qualcuno dovrebbe farlo”, nessuno lo farà mai, se qualcuno è sempre un altro». Lei lo sa, ma è anche la moglie di quell’uomo.

I cacciatori di fumo hanno deciso di salvare il paradiso ridotto a inferno. Fu alcuni anni fa, e io ero con loro: mi spiegavano come avrebbero coinvolto autorità ed enti dell’Europa Unita, i massimi esperti al mondo. Avrebbero fatto un’associazione. Erano in tre (o già quattro?); e non dissi quello che pensavo, per non deluderli (meno male; pensa se avessi parlato!).

A Nord di Napoli si stende la piana del Volturno, alle cui spalle, verso Sud-Est, si leva, imponente, primo generatore di quella ricchezza, il Vesuvio (che da questo lato, si mostra con l’ampio Monte Somma, scheggia residua del primo vulcano, molto più grande, che si autodistrusse in una eruzione esplosiva; il Vesuvio attuale è figlio di quello). La piana sfocia su una costa strepitosa, confinante con uno dei vulcani più pericolosi e interessanti del mondo, i Campi Flegrei, che hanno dato a Napoli la roccia tufacea con cui è stata costruita la città. A Nord, l’altro vulcano, il Roccamonfina, da cui sgorgano acque minerali giustamente rinomate (e voi come la volete: liscia, gasata o...?).

Dalle viscere del pianeta, i minerali sono stati concentrati, fusi e cosparsi in millenni, nella piana, dove il Volturno, torcendosi alla ricerca del mare, ha disciolto e rivitalizzato, con le sue acque, le pietre cotte e tritate dalle eruzioni.

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