Aquiliade by Somtow Sucharitkul

Aquiliade by Somtow Sucharitkul

autore:Somtow Sucharitkul [Sucharitkul, Somtow]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Science Fiction, ePub cleanup by Garak V4.8
editore: Mondadori
pubblicato: 1986-04-26T22:00:00+00:00


20

Ci rimanevano solo pochi cavalli e cinquanta dei nostri erano rimasti feriti.

Decisi di far costruire una guarnigione e di innalzare lo stendardo di Roma, creando in nome dell'imperatore una specie di provincia della Siannia che, però, non sapevo per quanto saremmo riusciti a tenere.

Nikias, Aaye e io litigammo sul nome da dare al forte. Io proposi Papiniana, ma gli altri due me lo bocciarono. Decidemmo infine, sempre su mia proposta, per Castra Celeritatis, perché mi sembrava che la rapidità di azione dei miei soldati fosse degna di essere ricordata.

Ma ripensandoci decisi che ci voleva un nome più grandioso, così Trajanus avrebbe creduto che quella costruzione di tronchi era una città con tutti i requisiti di una capitale di provincia.

Tachyopolis mi sembrò il nome adatto: città veloce. Mandai subito una missiva all'imperatore per informarlo dell'ultima annessione all'Impero, con dovizia di particolari sulla battaglia che ci aveva visti vittoriosi contro un nemico così temibile.

La ricerca della Cina però non poteva continuare. Volevo tornare indietro.

Fu Nikias a convincermi. «Titus, siamo quasi in giugno. I Montes Sa-xosi sono a due passi da qui e la Cina, se davvero esiste, è subito oltre. È impossibile che questo continente sia ancora più vasto! Non ci vorranno più di due settimane.»

Aveva ragione, pensai, e comunque spendere un'altra quindicina di giorni in viaggio non ci avrebbe, rovinato. Si trattava di raggiungere un certo picco e guardare dall'altra parte. Così affidai il mio esercito a un certo Cornelius e partii. Nikias era con me da tanti anni e non volevo che morisse per il morso di un serpente, ma insisté per venire. Aaye aveva una pellaccia tanto dura che sarebbe sopravvissuto a qualunque avversità. Aquila, il più anziano di tutti noi, era anche il guerriero più valoroso, e chiedergli di non accompagnarci sarebbe stata, oltre che un'offesa per lui, un'imprudenza. Ebbene sì, proprio io che sono un duro soldato romano devo ammettere che Aquila aveva qualcosa in più, una capacità di intuizione che noialtri non ci sognavamo neanche. Forse era dovuta proprio alle sue origini barbare, perché un uomo civilizzato non sarebbe mai sceso tanto in basso quanto Aquila in molte occasioni. Però questo gli permetteva di essere in sintonia con gli elementi e di fiutare il pericolo con la precisione di un animale selvatico. Solo per questo, mi dissi, avevo bisogno di lui.

Prendemmo con noi trenta legionari, qualche cavaliere e tutti gli elefanti. Venne anche Oenothea, perché non potevo fidarmi di lasciarla sola al forte senza il mio controllo.

Gli esploratori che ci precedevano trovarono un valico facile da superare, e noi ci dirigemmo subito in quella direzione. Speravo che i piatti volanti non ci avrebbero più dato fastidio, ma ora che sapevo della loro presenza scrutavo di continuo il cielo e li vedevo immancabilmente là, sopra le nostre teste, come se volessero indicarci la strada. Così decisi di fare a meno degli esploratori e di seguire loro: trovammo sempre la via migliore.

I Saxosi sono la più straordinaria catena di montagne che abbia mai visto. Anche da lontano appaiono come il confine del mondo: una muraglia bluastra con le cime più alte incappucciate di neve.



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