Ballard James G. - 1994 - Il paradiso del diavolo by Ballard James G

autore:Ballard James G.
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 8880893629
pubblicato: 1997-12-31T23:00:00+00:00

L'attacco sulla spiaggia

L'attacco stava per cominciare. Allontanando le felci con gesti cauti, Neil strisciava tra gli alberi sopra la spiaggia mentre gli altri membri del commando occupavano le loro posizioni. Guidati da Carline, avevano strisciato giù per la collina, in mezzo al sottobosco, senza farsi notare dagli hippy che prendevano il sole, e adesso erano pronti a lanciare il loro assalto punitivo.

Cinque o sei metri più in là, il professor Saito e sua moglie attendevano in una stretta gola accanto al ruscello, mimetizzati con una copertura di foglie e corteccia sulla testa, impugnando le lance di bambù che avevano appena appuntito, dopo la colazione. Neil era ancora sorpreso dal loro nuovo gusto per l'azione. Per qualche ora avevano smesso di essere degli scrupolosi botanici ed erano tornati allo spirito dei fanti giapponesi che avevano difeso tenacemente gli atolli del Pacifico durante la seconda guerra mondiale, attendendo a piè fermo sulle spiagge lo sbarco dei marine americani. I Saito erano impazienti di difendere Saint-Esprit dalle orde degli hippy, dei costruttori di alberghi e dei registi di documentari, e, a giudicare dalla loro espressione truce, erano pronti a infliggere al nemico un buon numero di perdite.

Annoiato dalla lunga attesa, Neil si issò sulla testa un ombrello di fronde di palma, trasformando il suo piccolo nascondiglio in un roccolo da cacciatore. Disteso sulla schiena, puntò il bastone contro l'albatros più grande, che volteggiava sopra il relitto del Dugong. Stava per premere l'indice sull'immaginario grilletto, quando il roccolo crollò in un turbinio di foglie e di terra, e una figura tutta sudata si fiondò sul terreno accanto a lui.

«Neil, che stai facendo? Non è un gioco, questo!»

Monique, col viso impiastricciato di fango, strisciò sotto l'ombrello di foglie. Come sempre in queste spedizioni, si era persa nel sottobosco e adesso emergeva infuriata.

«Dove sono i Saito? Neil! Ti sei messo a giocare per conto tuo? La dottoressa mi ha detto di tenerti d'occhio.»

Fissò le felci tutto attorno con sguardo miope, come una hostess che avesse perso i suoi passeggeri. Anche a Saint-Esprit il suo mondo pareva popolato da passeggeri turbolenti che rifiutavano di allacciare le cinture di sicurezza, da adolescenti indisciplinati come Neil, o da spostati che potevano trasformarsi in dirottatori. Tutte figure che aleggiavano nei corridoi della sua mente, ignorando le sue dimostrazioni della maschera per l'ossigeno e dei giubbotti di salvataggio.

«I Saito... sono ancora qui?»

«Monique, sono qui da mezz'ora.» Neil indicò la coppia giapponese giù nella gola. «Adesso potremmo riposarci tutti un po'.»

«Non c'è tempo per riposare.» Monique strisciò in avanti, premendo contro di lui le spalle forti e le natiche. Neil guardò le lentiggini scure che la donna aveva sul collo e la cicatrice sul lobo dell'orecchio - forse il ricordo di una notte d'amore con qualche pilota in un motel? Più probabilmente, decise, qualche effusione dei suoi amati orsi. Le sue fiere sopracciglia, non depilate, custodivano delle ciglia sorprendentemente delicate. Il profumo inebriante del suo corpo, le curve oscure dei suoi seni trascurati, avevano trasformato il roccolo in un pergolato pieno di lussuria adolescenziale.

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