Banks Maya - KGI 02 - 2010 - Nessuna via di fuga by Banks Maya

autore:Banks Maya [Banks Maya]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Romance, Fiction, Suspense
ISBN: 9788865085011
Google: KtPCAwAAQBAJ
Amazon: 8865085010
editore: Leggereditore
pubblicato: 2014-01-01T23:00:00+00:00

17

Sam si svegliò con il dolce e caldo corpo di Sophie steso accanto e dei leggeri colpetti che lo martellavano sul fianco. Gli ci volle un attimo per capire che era suo figlio che stava scalciando.

Sorrise e fece scivolare la mano lungo la schiena di Sophie, per accarezzarle il piccolo fondoschiena paffuto, mentre se ne stava lì a lasciarsi assorbire dall’immagine di vita familiare che la scena evocava.

C’era la sua donna, immobile e soddisfatta, avvinghiata a lui in maniera possessiva; tutto ciò gli dava un ridicolo senso di soddisfazione, per non parlare di suo figlio che lo svegliava scalciando.

Se quel birichino avesse preso dalla madre, ci sarebbe stato poco da stare allegri.

Mentre continuava a carezzarle la schiena, lei si mosse e mormorò qualcosa con la bocca sul collo di lui, poi si strinse più forte tra le sue braccia.

«Che volevi dire?» le chiese lui vicino all’orecchio.

«Una doccia» sussurrò Sophie. «Vorrei farmi una doccia, ma, dio, non ho proprio voglia di alzarmi.»

«E allora resta qui.»

Sam si strinse a lei ancora più forte, contento di restare così com’erano. Sollevò una mano per guardare l’orologio e poi pigramente fece strisciare le dita lungo la linea del sedere di Sophie.

Brividi le percorsero la schiena e lui cercò di placarli con il palmo della mano. Per un lungo attimo, lei restò immobile, l’unico suono il dolce respiro sul collo di lui.

Sì, gli piaceva. Gli era piaciuta cinque mesi fa come gli piaceva adesso.

Alla fine Sophie si sollevò e i capelli biondi gli si riversarono sul mento. Si abbassò e gli diede un bacio, e lui ne fu sorpreso.

Non fu un tocco leggero ed esitante, ma un bacio appassionato con la bocca che gli procurò una scarica elettrica in tutto il corpo.

Lei si scostò, e le pupille le si dilatarono fino a lasciare solo un piccolo cerchio azzurro intorno al nero centrale. Gli mise una mano sulla mascella e gli passò il pollice sulle labbra.

«Perché mi hai legata?»

Lui sbatté le palpebre. «Cosa?»

«Quella volta in albergo. Mi legasti le mani.»

Il petto di Sam fu scosso da una risata. «Non lo so. Mi sembrava la cosa giusta da fare quel giorno. Forse sono uno schifoso pervertito. Ti è piaciuto?»

Lei sembrò pensarci su ripiegando la testa di lato.

«Forse.»

Lui si sollevò e la baciò rapidamente sulla bocca.

«E allora magari un giorno lo rifarò.»

Gli occhi le si spalancarono e divennero ancora più neri. Oh, sì, a Sophie era piaciuto, ma il fatto era che, in realtà, non sapeva perché lo avesse fatto. Quella volta l’aveva voluta tutta alla sua mercé e l’idea di lei legata al letto era stata molto eccitante. Non che gli servisse molto per eccitarsi con lei.

«Okay, adesso vado davvero a fare una doccia» disse Sophie.

Cercò di sollevarsi, ma lui la prese con le mani e le rotolò sopra, fissandola negli occhi azzurri vorticanti.

Il pene gli faceva un male cane e, quando lei si dimenò, la punta sfiorò le pieghe rigonfie e umide. Lui gemette e spinse, cercando di farsi strada nei recessi caldi e bagnati di lei. Sophie ansimò e inarcò la schiena.

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