Barcellona. The passenger. Per esploratori del mondo by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Collections, General, Social Science, Popular Culture, Travel, Essays & Travelogues
ISBN: 9788870919301
Google: -zVlzwEACAAJ
editore: Iperborea
pubblicato: 2022-05-15T13:10:59+00:00

La Pedrera di Gaudí fotografata il giorno di Sant Jordi, il 23 aprile.

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A metà del XIX secolo, dopo una stagione di forte decadenza economica e politica, la Catalogna si riprese con vigore, nel contesto di un’intensa fase d’industrializzazione favorita dalle nuove macchine a vapore, da una maggiore integrazione economica col resto della penisola e anche dall’aumento dei volumi di commercio con l’estero. In quello stesso periodo la città di Barcellona subì una trasformazione significativa: dopo anni di petizioni e mobilitazioni che chiedevano di abbattere le antiche mura medievali, e di forti tensioni col potere centralista di Madrid che lo impediva, fu infine approvato il Piano Cerdà, il progetto urbanistico ideato dall’ingegnere Ildefons Cerdà che avrebbe permesso alla città di aprirsi e di cominciare a crescere attraverso un nuovo tessuto urbano oggi noto come Eixample («ampio asse»). Al contempo si produsse anche un movimento di recupero culturale, la Renaixença, o rinascita, che si sviluppò nell’ambito del Romanticismo europeo e che, promosso dalla nuova borghesia industriale, si proponeva il recupero e la valorizzazione della lingua e della cultura proprie della Catalogna. Una volontà che accompagnò la ricomparsa di forti consapevolezza e identità collettive attorno alla nazione catalana, e con la nascita del catalanismo come movimento sociale trasversale che chiedeva spazio politico e la cui ideologia si fondava su varie tradizioni, principalmente il repubblicanesimo popolare e il federalismo, ma anche sulla dinamica dei nazionalismi europei che stavano fiorendo nella stessa epoca. Cultura, lingua e rivendicazioni politiche ostacolate ripetutamente dalle classi dirigenti dello stato spagnolo, che era strutturato su una matrice nazionale castigliana e sotto il giogo di élite dominate dalla chiesa cattolica, da un’aristocrazia decadente e da una casta militare collegata alle oligarchie dei proprietari terrieri, sempre disposta a prendere il potere e a ribellarsi contro un sistema costituzionale precario, mai in grado di portare a termine le rivoluzioni o riforme liberali in corso.

All’inizio del XX secolo, il catalanismo politico era in piena effervescenza. A livello culturale, prima il Modernismo (espressione locale dell’Art nouveau) e poi, in opposizione a esso, il Noucentisme, l’espressione artistica e letteraria delle avanguardie catalane e spagnole, si radicarono con forza in tutti i dibattiti dell’epoca. Nonostante i loro attriti e gli immaginari simbolici contrapposti, entrambi furono movimenti che innovarono lo spirito dei tempi, sia in ambito estetico (arte e architettura) sia in letteratura e nel pensiero. In particolare, il Noucentisme promosse una riflessione civile, sociale e culturale con la manifesta volontà di trasformare e intervenire nella realtà del momento. Ben connesso alle correnti europee coeve, promosse un nuovo programma politico rigeneratore, che impregnò il catalanismo emergente. Inoltre apparvero nuovi leader e nuove organizzazioni politiche che parteciparono al sistema rappresentativo liberale spagnolo ancora in fasce, e nel 1914 fu costituita la Mancomunitat («confederazione»). Si trattava di una nuova istituzione che riuniva i quattro consigli o governi provinciali catalani e che, per la prima volta dal 1714, aveva giurisdizione sull’intero territorio catalano. Nonostante i limiti iniziali, la Mancomunitat riuscì a sviluppare un complesso di iniziative politiche, tra cui l’impulso alla

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