Beijing story by Tongzhi

Beijing story by Tongzhi

autore:Tongzhi [Tongzhi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Erotica, General
ISBN: 9788874522118
Google: fCc8PgAACAAJ
editore: Nottetempo
pubblicato: 2009-10-15T14:53:38+00:00


16

Come programmato, dovetti andare per lavoro a Hong Kong e Hainan. Lin Jingping insistette per accompagnarmi all’aeroporto.

“Stai attento ad andare in giro e a guidare quando sei a Hong Kong,” mi raccomandò dolcemente.

“Non temere, ci vado spesso,” risposi.

“Lo so,” fece lei chinando il capo e tirando fuori di tasca una scatolina di squisita fattura; poi levò lo sguardo verso di me: “È un unico pezzo di giada, un oggetto piuttosto raro, toccato da un grande monaco. Dicono che tenga lontane le disgrazie e neutralizzi gli influssi malefici. Portalo con te”.

Era bellissimo, di forma rettangolare e di colore verde smeraldo, con nel mezzo una sfumatura di rosso che ricordava la sagoma di un cuore. Sul retro era finemente scolpito il carattere “Lin” in formato minuscolo. Che funzionasse o no come talismano, la premura di Jingping bastò a commuovermi.

“Grazie”. La strinsi forte a me guardando quei suoi occhi che parevano fatti di bruma.

Giunto a Hong Kong andai in una gioielleria per far montare alla scatolina di giada una catenina, in modo da poterla portare al collo. Il padrone del negozio mi disse che si trattava di un tipo di giadeite molto preziosa, che poteva valere intorno ai tremila dollari. Non le avevo mai fatto regali di valore, eppure lei mi aveva regalato questa pietra. Mi tornò in mente il commento di Liu Zheng: Lin Jingping era una donna che nessun uomo poteva rifiutare.

Dieci giorni piú tardi telefonai a Lan Yu per dirgli che sarei tornato di lí a una settimana. In realtà ripartii da Hainan per Pechino quel giorno stesso. Arrivai all’aeroporto con il pendente di giada al collo e scorsi Jingping che mi aspettava. Indossava una maglietta bianca aderente con una grande scollatura che lasciava scoperta gran parte del suo abbondante seno e un paio di pantaloncini molto corti da cui uscivano le sue belle gambe. Nell’insieme dava una sensazione di freschezza ed esuberanza.

Per strada dissi a Lin Jingping che volevo portarla in albergo e lei mi chiese se non ci fossero altri posti dove poter andare oltre all’albergo, cosí decisi di portarla a Linshicun. Le cose mie e di Lan Yu erano state tutte trasferite alla Casa Scandinava. A Linshicun erano rimasti solo i mobili e gli elettrodomestici. Volevo invitarla a mangiare, lei invece suggerí di fare la spesa e di cucinare da noi. Sarebbe stato piú intimo. In poco piú di mezzora preparò una zuppa e due pietanze; vedendo che mi ingozzavo poco elegantemente, chiese ridendo: “Ti piace il mio cibo?”

Era tutto buonissimo, meglio del ristorante.

“Tua madre cucina?” chiese ancora.

“Il piú delle volte cucina la domestica, lei fa solo quello che le riesce meglio. Per esempio, i suoi straccetti di carne in salsa pechinese sono deliziosi”.

“Davvero? Mi piacerebbe avere l’occasione di imparare a prepararli,” disse dolcemente.

Pensai che se l’avessi portata a casa per presentargliela, mia madre sarebbe stata pazza di gioia. Le avrei procurato la piú grande consolazione che un figlio possa offrire alla propria madre.

Questa era una donna di classe e sapeva comportarsi in modo impeccabile, a letto era fantasiosa e in casa gentile e premurosa.



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