Besa Giulia - 2018 - Gemelle by Besa Giulia

autore:Besa Giulia [Besa Giulia]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788809864368
Google: q89BDwAAQBAJ
editore: Giunti
pubblicato: 2017-12-31T23:00:00+00:00

Sulla pagina successiva:

liquido nero

dal nucleo del mondo

trama, divora

Sulla pagina dopo:

amore cieco

scrivere nella pioggia

il cuore brucia

Scorro le altre pagine: su ognuna, al centro, Celeste ha scritto una poesia in tre versi, un haiku. Li trovo componimenti affascinanti, ma anche molto distanti dalla sua vita di tutti i giorni. Solo il secondo haiku mi suona familiare: il liquido nero potrebbe riferirsi al petrolio, inteso in chiave negativa, visto che costringe la mamma ad assentarsi. Ma potrei prendere lucciole per lanterne.

Mi siedo sulla sponda del letto e leggo tutti gli altri haiku del quaderno. La mente mi si riempie di immagini vivide e inconsuete. Che però non mi aiutano: se queste poesie sono una porta sul mondo segreto di Celeste, mi manca la chiave.

Richiudo il quaderno, lo rimetto dove lo avevo trovato.

Non avevo idea che mia sorella si dilettasse nell’arte della poesia. Tra l’altro, per quanto io non sia un’esperta, secondo me ha talento. Non sono versi buttati lì a caso, scritti di getto, dietro ognuno distinguo un lungo lavoro di labor limae.

Non dovrei stupirmene: ho sempre considerato Celeste una persona sensibile, attenta a cogliere dettagli che ai più passano inosservati, con gli occhi spesso rivolti al cielo, a sondare le stelle; non è strano che le sia venuta voglia di riportare su carta questo suo modo di essere.

E sono felice che non si sia separata da questo quaderno, dalla sua passione. Ha rinunciato agli amici, a Massimo, alla scuola, a un letto comodo e a mangiare. Ma non si è staccata dalla poesia. È un raggio di sole in questa catapecchia sudicia. Vorrei solo averlo saputo prima, per incoraggiarla, e per ripeterle quanto la stimo.

«Dovrai rassegnarti» dico.

Io e Celeste ci fermiamo al limitare del paese, di ritorno dalle pale eoliche.

Come prevedevo mia sorella si era rifugiata lì e, dopo aver trascorso la mattinata con lei, rientriamo.

Mi metto le mani sui fianchi. «Non ho intenzione di lasciarti in pace un solo giorno finché non torni a casa.»

Celeste scrolla le spalle. Cammina curva: con il poco che mangia, anche questa breve passeggiata l’ha resa esausta.

«Preferisco se tieni compagnia a papà» mi dice.

Sbuffo. «Già, perché è lui quello che piange tutti i giorni e si nutre solo di ciliegie.»

Gli occhi di Celeste si animano. Mi mettono a fuoco, e nel blu delle iridi noto un astio che non aveva mai dimostrato nei miei confronti.

«Non sto scherzando, Vera.»

«Ti pare che io l’abbia preso come uno scherzo?»

Mia sorella si trascina in avanti, lungo la stradina che conduce alla casa dei nonni. «A scuola non ci torno. A casa non ci torno. E non voglio più che mi porti da mangiare, tanto butto tutto nella spazzatura. È solo uno spreco di cibo.»

«Celeste...»

Allungo la mano per sfiorare il dorso della sua. Ma lei me la scosta con un gesto seccato. «Lasciami in pace» dice tra i denti. «Tornatene a casa.»

Rimango di sale di fronte alle sue parole così nette, pronunciate con un tono cattivo, che non le ho mai sentito usare con nessuno.

Celeste non mi aspetta, e sparisce tra le ombre che hanno invaso il paesino.

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