Botte e risposte by Alberto Maggi

Botte e risposte by Alberto Maggi

autore:Alberto Maggi [Maggi, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2021-06-27T22:00:00+00:00


LA PREPOTENZA DELLE RELIGIONI

L’editrice Chiarelettere ha raccolto vari scritti di padre Ortensio da Spinetoli (1925-2015) in un volume dal titolo La prepotenza delle religioni. L’illustre biblista, emarginato e perseguitato dalla Chiesa a causa dei suoi studi, lavori che avevano solo il torto di anticipare i tempi, ha conosciuto il dolore che provoca questa prepotenza, per averlo provato nella sua carne.

La persecuzione più amara non è quella che viene dai nemici della fede, ma dagli zelanti custodi della dottrina. Gesù aveva ammonito: «Verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio» (Gv 16,2), affermando anche che i nemici uno li ha in casa («i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa», Mt 10,36; Mi 7,6). Infatti, proprio quelli che avrebbero dovuto accogliere con gratitudine e sostenere padre Ortensio e i suoi preziosi studi, lo hanno ostacolato e ne sono stati i duri avversari.

Padre Ortensio ha affrontato ogni situazione, anche la più difficile, sempre a testa alta, senza risentimenti o rancore, ma esprimendo compassione per l’impreparazione, per non dire incompetenza, con cui operavano molti vescovi. Se si permetteva di contestare l’istituzione ecclesiale, non era perché la sentisse come un’avversaria, ma perché desiderava ardentemente vederla più vicina alla buona notizia predicata da Gesù Cristo. Anche se gli era stato proibito tutto, di celebrare, di scrivere, lui con un lampo d’arguzia esclamava: «Ma non mi hanno proibito di pensare!».

Per padre Ortensio la gerarchia non sembrava essere sufficientemente informata su tutta la panoramica del rinnovamento biblico-teologico e sull’ambito sconfinato della ricerca esegetica. Per lui i «maestri» non si improvvisano e, se non si sono frequentate le scuole opportune, ogni rivendicazione è indebita, abusiva. Con l’arguzia e l’ironia che lo hanno sempre contraddistinto, affermava che non è sicuro che Dio faccia tanti miracoli oltre quelli che compie ogni giorno nel mandare avanti la macchina cosmica, ma, nel caso che dovesse compierne qualcuno in più, il primo potrebbe essere quello di insegnare ai vescovi a tacere, dato il troppo parlare che hanno già fatto.

Un altro dato che secondo padre Ortensio la gerarchia stentava a capire e ad accettare, era che dal tempo della Rivoluzione francese la società era diventata liberale, cioè riconosceva a tutti, non solo ai principi, il diritto di pensare e di vivere nel modo più rispondente alla propria mente e al proprio spirito. Purtroppo questa aria democratica ancora non ha fatto il suo ingresso nei regimi teocratici e neanche nella cattolicità, che conserva al suo interno alcune, troppe autorità sovrastanti, per non dire oppressive, nei confronti del popolo credente.

Padre Ortensio denunciava la contraddizione di una Chiesa che si definiva «società perfetta», un’accolta di amici, di eguali, di fratelli, tutti figli dello stesso Padre, ma che di fatto era solo una monarchia ereditaria, poiché anche se il potere non si trasmetteva di padre in figlio, si ritrovava sempre distribuito fra la solita cricca di amici. Il Vaticano II ha provato a interrompere questa prassi, ma senza riuscirvi. I gerarchi della Chiesa si dicono «servi», o più ancora «servi dei servi», ma di fatto signoreggiano come comuni sovrani.



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