Breve storia dell'autobomba by Mike Davis

Breve storia dell'autobomba by Mike Davis

autore:Mike Davis [Davis, Mike]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica umanistica
ISBN: 9788806188955\
editore: Einaudi
pubblicato: 2007-01-14T23:00:00+00:00


Grande trafficante, truffatore ed eminenza grigia dietro le follie della mafia di Bollywood, Dawood passò buona parte degli anni Ottanta a gestire la malavita di Bombay dalla sua «Casa Bianca» a Dubai, città amica dall’altra parte dell’Oceano Indiano. Lo scrittore Gilbert King sostiene che l’impero di Dawood (originariamente noto come D-Company) passava ogni anno all’incirca un miliardo di dollari all’Isi e alle sue filiali ğihādiste301.

Si presume inoltre che all’inizio del 1993 Dawood abbia mandato da Dubai a Karachi tre barche cariche di millecinquecento chili di esplosivo militare; intanto nelle periferie di Karachi diciannove membri della D-Company, guidata dallo scagnozzo di Dawood Tiger Menon, stavano seguendo un corso intensivo in autobomba e sabotaggio urbano organizzato dall’Isi. I funzionari della dogana indiana ricevettero una bella sommetta di denaro per guardare dall’altra parte mentre la mortifera «zuppa nera» veniva recapitata a Bombay attraverso piccoli porticcioli a nord della città. Il micidiale esplosivo Rdx venne poi debitamente suddiviso tra le diverse parti di un convoglio bombarolo che includeva una limousine, due furgoni, tre auto, una jeep, una motocicletta e quattro motorini, oltre che tre valigie bomba da lasciare negli atri degli hotel di lusso302.

Come nel caso della campagna dinamitarda urbana di Sendero Luminoso dell’anno prima, la feroce armata di Dawood si era posta il duplice obiettivo di provocare il maggior numero di danni e di vittime possibili. Il livello a cui operavano era sfortunatamente molto alto, e nel giro di due ore ben tredici dei diciassette congegni del convoglio vennero fatti detonare senza problemi. La prima esplosione, poco prima delle 13:30, eruttò con violenza dal parcheggio sotterraneo del Bombay Stock Exchange (Bse), recando gravi danni al grattacielo di ventotto piani e uccidendo almeno cinquanta persone, tra impiegati e venditori ambulanti. Il giornalista Husayn Zaidi descrive l’accaduto:

La gente che si trovava da quelle parti vide una scena che passò in pochi secondi dalla normalità assoluta all’incubo più inimmaginabile […]. Dentro la Borsa c’era il caos più totale. Le persone che si trovavano nel sotterraneo o nell’ammezzato erano morte quasi tutte. Il tetto del parcheggio era crollato, schiacciando le auto e intrappolando le persone sotto il suo peso […]. E la strada davanti all’edificio era ricoperta da un mare macabro di sangue, arti mozzati, vetro e moduli di investimenti azionari. Il cibo delle bancarelle, allettante fino a qualche secondo prima, era spiaccicato per terra insieme ai resti dei corpi delle vittime303.



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