La filosofia nel Novecento by Remo Bodei

La filosofia nel Novecento by Remo Bodei

autore:Remo Bodei
La lingua: ita
Format: mobi, azw3
Tags: Foreign Languages, Italian, Philosophy, Politics & Social Sciences, Modern
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2015-04-28T22:00:00+00:00


3. Heidegger: il disvelamento dell’Essere

In Heidegger, e in particolare nel “secondo Heidegger”, la conoscenza della cosa non si presenta più come visione o giustezza della visione, quale era apparsa alla “metafisica occidentale” sin da Platone, la cui teoria prelude al più tardo trasformarsi del mondo in immagine e dell’uomo in soggetto costituente e producente. Nel periodo aureo della vita greca, che si riscopre nel pensiero dei presocratici, quando ancora la metafisica non è nata, “è piuttosto l’uomo ad essere guardato dall’ente cioè dall’autoaprentesi all’esser-presente in esso raccolto. Guardato dall’ente, sorretto da esso, coinvolto nei suoi contrasti e segnato dal suo dissidio: ecco l’essenza dell’uomo nel periodo della grandezza greca [...]. L’uomo greco è [ist] in quanto percepisce l’ente; di conseguenza in Grecia il mondo non può divenire immagine. Per contro il fatto che in Platone l’entità dell’ente si definisca come eidos (aspetto, veduta), è il presupposto storico remoto, operante una lunga e nascosta mediazione, perché il mondo divenga immagine”.16

La metafisica è in realtà una fisica, un errare fra gli enti, dimenticando l’essere e la verità, che non è esattezza del rappresentare, calcolo e dominio degli enti, come nell’era della tecnica, ma disvelamento (a-letheia), e aprirsi dell’essere attraverso il linguaggio a quell’ente diverso che può comprendere l’essere e che è l’uomo. Il linguaggio è la “casa dell’essere”,17 il luogo dove l’essere si rivela a chi gli si abbandona e verso cui da sempre “siamo in cammino”, il rapporto di tutti i rapporti che non è solo comunicazione: “Il linguaggio è il recinto (templum), cioè la casa dell’essere. L’essenza del linguaggio non si esaurisce nel significare, né è qualcosa di connesso esclusivamente a segni e a cifre. Essendo il linguaggio la casa dell’essere, possiamo accedere all’ente solo passando costantemente per questa casa. Se andiamo alla fontana, se attraversiamo un bosco, attraversiamo già sempre la parola “fontana”, la parola “bosco”, anche se non pronunciamo queste parole e non ci riferiamo a nulla di linguistico [...]. Se mai in qualche luogo, è unicamente in questa regione che potrà avvenire quel rivolgimento del dominio degli oggetti e della loro rappresentazione nel più interiore del cuore”.18

Dal predominio del vedere della metafisica classica si passa, nel pensiero “ultrametafisico”, che comincia ad aprirsi faticosamente un sentiero e di cui Heidegger si fa il banditore, al predominio del sentire e del parlare (si compie a ritroso, si direbbe, quel passaggio dalla prevalenza del senso dell’udito a quello della vista che molti studiosi hanno esaminato per la fase di transizione in Grecia dalla cultura orale alla civiltà della scrittura). Il trapasso dalla metafisica, dall’oblio dell’essere, al pensiero successivo – che avviene spezzando i nessi sintattici del linguaggio, rendendolo più sensibile alla voce dell’essere, frugando nelle sue pieghe e rivelandone le stratificazioni – non è breve. Il riappropriarsi nel linguaggio del senso dell’essere, dei significati, durerà quanto la metafisica stessa (un tempo assai lungo, visto che la metafisica copre l’epoca fra Platone e Nietzsche) e sarà opera dell’essere: “La metafisica non si lascia metter da parte come una opinione. Non si può lasciarsela alle spalle come una dottrina a cui non si crede e che non si sostiene più.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.