Brockmann Suzanne - 1994 - Indagini molto personali by Brockmann Suzanne

Brockmann Suzanne - 1994 - Indagini molto personali by Brockmann Suzanne

autore:Brockmann Suzanne
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Romance, Foreign Languages, Literature & Fiction, Foreign Language Fiction, Italian
ISBN: 9788858911068
editore: Harlequin Mondadori
pubblicato: 1999-12-31T23:00:00+00:00


5

Il cameriere addetto al servizio ai piani arrivò nella suite reale prima di Joe.

«Lasci tutto sul tavolo» lo istruì Veronica.

Aveva ordinato un pasto completo, dagli antipasti al dolce, con tre vini diversi.

«Va bene così, signora?»

«Sì, grazie.»

Aspettò che si fosse congedato il cameriere prima di controllare la disposizione delle posate. Sì, era tutto in ordine, stabilì soddisfatta.

La lezione di quel pomeriggio avrebbe riguardato il cibo. O, per meglio dire, le norme del galateo da rispettare a tavola. Durante la tappa a Boston, Massachusetts, vi sarebbe stato un pranzo da cento dollari a coperto che era rimasto in programma. Tanto il luogo quanto la risonanza dell’avvenimento si prestavano a un secondo attentato, ma l’occasione in sé avrebbe richiesto un’interpretazione che il povero Joe non era ancora all’altezza di offrire.

Si aprì la porta, e Joe entrò nella suite con un codazzo di federali. Guardò Veronica solo di sfuggita prima di inquadrare la tavola imbandita. Si vedeva subito che era ancora arrabbiato con lei.

«Che cos’è?» domandò.

«Un’esercitazione per il pranzo di Boston» fu la risposta. «Mi auguro che tu abbia fame.»

Joe fissò la tavola. Traboccava di piatti ricoperti da scaldavivande. Era apparecchiata per due, con un intero assortimento di posate e tre diversi bicchieri da vino per ogni coperto. Be’, qual era il problema? La signorina Puzza-Sotto-il-Naso non lo riteneva in grado di mangiare con forchetta e coltello? Non sapeva che era solito cenare con ammiragli e generali a quattro stellette giù al Circolo Ufficiali?

Stupido. Ignorante.

«Non è necessario» dichiarò adagio, girandosi a guardare Veronica. «Che tu ci creda o no, so già qual è la forchetta per l’insalata. E so persino usare un tovagliolo e bere da un bicchiere.»

Lei sgranò gli occhi. «Oh» mormorò. «No, no, lo so. Non si tratta di questo. Bensì dell’aspetto... ehm, sociale del pasto. Sai, i commenti da fare, i brindisi, i discorsi. Per non parlare di certi vezzi del principe.» Si lasciò sfuggire una risatina nervosa. «Pensavi che ti volessi insegnare a mangiare?»

Il marine non era divertito. «Sì.»

Intuendo che stava parlando sul serio, Veronica si sentì morire. Ricordava lo sprazzo di dolore negli occhi di Joe quando avevano litigato giù in palestra. Com’era che lo aveva chiamato? Stupido, ignorante... Dio, non riusciva ancora a credere di essere stata così odiosa!

«Mi spiace» gli disse.

Lui la fissò, diffidente. «Per che cosa?»

«Per il modo in cui ti ho trattato prima» si costrinse a continuare lei. «Ero molto arrabbiata, e ho detto cose che non pensavo. In realtà, ce l’avevo con me stessa. Dopotutto, quella che si è addormentata sono io. È stata tutta colpa mia, e me la sono presa con te. Non avrei dovuto. Scusami.»

Joe guardò i federali che sedevano sul divano, ascoltando tutto. «Ehi, ragazzi» li riscosse. «Vi spiacerebbe aspettare fuori?»

Gli agenti si guardarono l’un l’altro e scrollarono le spalle. Poi, alzandosi in piedi, marciarono verso la porta.

Lui aspettò che fossero usciti prima di avvicinarsi a Veronica e osservare: «Non saranno delle cime, quei federali. Ma dietro richiesta, la concedono anche loro, un po’ di privacy, sai?».

«Lo so. È solo che.



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