Caboni Cristina - 2018 - La stanza della tessitrice by Caboni Cristina

Caboni Cristina - 2018 - La stanza della tessitrice by Caboni Cristina

autore:Caboni Cristina
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788811149606
editore: Garzanti
pubblicato: 2018-10-17T22:00:00+00:00


13.

Jersey. Sottile, resistente, liscio. La sua superficie lucente e la sua natura elastica lo rendono adatto ad abiti e completi importanti.

China in avanti, con le mani sulle ginocchia, Camilla si chiese quale follia l’avesse persuasa a salire tutti quei gradini fino in cima alla collina di Montmartre. Non riusciva a parlare a causa del fiatone. Si sarebbe sdraiata volentieri sul prato antistante la cattedrale del Sacré-Coeur, se solo avessero avuto più tempo. «Comunque sia ne è valsa la pena», riuscì a sussurrare.

«La città è bellissima da qui.» Al suo fianco Marco sorrideva.

Era come se quanto accaduto la sera prima tra loro fosse stato messo da parte.

Camilla ricambiò il sorriso, poi riportò la sua attenzione sul quartiere dove abitava la collezionista di abiti vintage che le aveva indicato la sua tutor. Erano lì per lei, pensò.

«Davvero credevi che saremmo andati direttamente dalla Lacroix?» Senza aspettare la sua risposta Marco le indicò un punto in lontananza. «In quella direzione c’è una vigna. Adesso sarà completamente spoglia, ma in primavera si ricopre di foglie e in autunno il proprietario raccoglie l’uva. Si chiama Robert e ha continuato a coltivare la terra senza cedere alla tentazione di vendere il suo giardino.»

«Spero che faccia un buon vino.»

«Il migliore. Un giorno te lo presenterò. Potremmo tornarci in autunno, per la vendemmia. Vale la pena di assistere anche solo per sentire il profumo dell’uva appena raccolta.»

Un’ombra passò nello sguardo di Camilla. E poi decise che per quel giorno non voleva pensare al futuro. A ciò che sarebbe stato.

Si era divertita molto prima di salire alla basilica del Sacré-Coeur. Avevano percorso l’uno accanto all’altra le viuzze lastricate di pietra dove si affacciavano i piccoli bistrot, le botteghe artigiane e i negozi di souvenir. Stare con Marco, rispondere alle sue provocazioni, ridere insieme a lui le era sembrata la cosa più naturale del mondo. C’era mancato poco che si facessero fare un ritratto da uno dei pittori di strada che aspettavano i clienti.

«Dobbiamo sbrigarci, o faremo tardi.»

La discesa fu più facile. L’aria gelida le screziava la pelle di rosso, ma a farle brillare lo sguardo era un senso di aspettativa che rendeva tutto nuovo. Stava per avere notizie di Maribelle e forse era un passo più vicino a Adele, o almeno così sperava. Raggiunsero una strada laterale, passarono davanti a una casa dal tetto spiovente con un giardino arruffato e salirono un’altra rampa di scale. Quell’atmosfera così caratteristica di vecchia Europa era proprio adatta alla dimora che avrebbe scelto una collezionista di abiti vintage, pensò Camilla.

«Siamo arrivati.»

Si fermarono davanti a una casa a tre piani, con un terrazzo e il tetto a punta.

«Bizzarra, direi.»

«Per usare un eufemismo», concluse Camilla. Suonò il campanello. «Un altro passo in direzione di Adele», sussurrò.

«Andrà tutto bene.» Marco le accarezzò il viso con le dita, e lei restò incollata a quello sguardo, a quel gesto che non poteva più travisare.

Fu un uomo ad aprire. Bello come un attore, sembrava appena uscito da una pellicola anni Venti, con la scriminatura a un lato e i capelli lucidi di brillantina.



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