Canale Mussolini by Antonio Pennacchi

Canale Mussolini by Antonio Pennacchi

autore:Antonio Pennacchi [Pennacchi, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
pubblicato: 2012-04-26T12:23:08+00:00


strillava Lanzidei.

«Va’ in mona» s’è vergognato allora a un certo punto zio Adelchi, e lo hanno lasciato. Ma mentre lui acquistava sempre più carriera – «Ciò, ciò, ciò» – e già stava a una trentina di metri, a zio Pericle gli si è accesa una lampadina in testa: «Ma tu non sei combattente?».

«Sì» ha strillato quello ma continuando a pedalare, solo voltando un po’

indietro la testa: «Stavo sul Piave, 21° fanteria».

«Alóra at demo un podèr!» ha urlato dalla gioia zio Pericle.

«Ti diamo un podere, insieme alla vacca e ai vitelli» ha tradotto zio Adelchi.

«Un podere?» e quello ha fermato la bicicletta, l’ha rigirata mentre i miei zii lo raggiungevano e insieme, uno di qua e uno di là e lui nel mezzo – e loro che gli reggevano i pacchi e quasi lo portavano in braccio a lui, alle sue mutande e alla sua bicicletta – si sono cominciati a indirizzare verso casa discutendo ed appianando, punto per punto, tutti i capitolati dell’accordo: «Ma io il contadino non l’ho mai fatto».

«Non star preocuparte, t’ensegnémo nantri e poi t’ensegnerà èla.»

«Ma il padre chi è, è lo stesso per tutti e tre?»

«Ma che casso t’in frega a tì de chi xè ‘l padre? Adesso sei tu il padre, il padrone della vacca, dei vitelli e del podere. Che casso vòtu che ne sapia mì de chi xè stà il padre? Prenditi il podere, che te lo facciamo dare noi dal fascio.»

«Io però non sono fascista, Peruzzi, questo sia chiaro.»

«Ma che casso m’in frega a mi de che casso te sì tì? Tòlte la vàca e i vedèi, e va’ in malora.» Ed è così che Lanzidei s’è sposato mia zia Bìssola e ha smesso di andare in giro a vendere mutande.

Arrivati a casa, la prima che ha cominciato subito a fare i salti dal a gioia –

«Come son contenta, come son contenta» e le saltava proprio al collo – era zia Modigliana, la sorella gemella di zia Bìssola che erano tanto legate e che però era tanto più buona di lei.

Anche l’Armida – la moglie di zio Pericle, quella delle api – la sera a letto non faceva che dire al marito, tutta contenta anche lei: «Come son contenta, come son contenta che la va fora dai piè».

«Calma» le diceva però lui, «calma che ci vuol tempo, prima ghe xè da sistemar i Dolfin e i parenti della mamma» e difatti per due o tre anni la zia Bìssola e il Lanzidei sono rimasti lì sul podere al Canale Mussolini con noi –

insieme ovviamente anche ai nuovi vitelli che intanto facevano – e tutti i miei zii e le mie zie gli hanno sempre voluto bene al Lanzidei e gli hanno insegnato ogni mestiere ed ogni cosa per bene, anche perché, dopo che era arrivato lui, anche mia zia Bìssola era cambiata. Non che fosse diventata un’altra persona – sempre vipera era – però un po’ più dolce qualche volta, un po’ più buona. E finalmente nel 1936 o ‘37, quando poi è stata fondata Aprilia, mio zio Pericle è riuscito a fargli avere un podere da quelle parti.



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