Carezze di velluto by Sarah Waters

Carezze di velluto by Sarah Waters

autore:Sarah Waters
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Gay, Fiction, Literary, Erotica, General, Lesbian
ISBN: 9788862208956
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2013-11-19T23:00:00+00:00


Mi accompagnò a casa sua, a St John’s Wood. La dimora, come mi ero immaginata, era imponente e bianca, e si affacciava su una piazza ben tenuta. Aveva un ampio portone d’ingresso e alte finestre a battenti con tanti riquadri. A una di esse brillava una lampada. Le case vicine avevano finestre munite di persiane da cui non filtrava alcuna luce. In quel silenzio, lo sferragliare della nostra carrozza mi parve terribile. Allora non ero abituata alla calma totale e innaturale che regna nelle strade e nelle abitazioni dei ricchi quando dormono.

La signora mi guidò alla porta senza dire una parola. Al suo bussare venne ad aprire una domestica dall’aria arcigna che prese il mantello della sua padrona, mi guardò di sottecchi e poi tenne gli occhi bassi. La signora si fermò a leggere i biglietti sul tavolino dell’ingresso, mentre io mi guardavo attorno imbarazzata. Ci trovavamo in un’entrata spaziosa, ai piedi di un’enorme scala che saliva a spirale ai piani alti immersi nella penombra. A destra e a sinistra c’erano delle porte chiuse. Il pavimento era di lastre di marmo quadrate nere e rosa. Le pareti, per intonarsi a esso, erano dipinte di rosa intenso che diventava più scuro dove la scala s’incurvava innalzandosi, come all’interno delle volute di una conchiglia.

Udii la mia ospite dire: «Potete andare, signora Hooper», e la domestica si ritirò con un inchino. La signora sollevò la lampada che si trovava su un tavolino di fianco a me e, sempre senza rivolgermi la parola, cominciò a salire le scale. La seguii. Arrivammo a un piano e poi a un altro. A ogni gradino il buio della casa aumentava, finché non ci fu altro che il piccolo alone luminoso sorretto dalla mano della mia accompagnatrice a guidare i miei passi incerti nelle tenebre. Mi condusse attraverso un breve corridoio a una porta chiusa, poi si voltò rimanendo ferma, con una mano alzata sui pannelli e l’altra, con la lampada, al fianco. Nei suoi occhi scuri c’era un bagliore che si poteva leggere come un invito o una sfida. A dire il vero, nel suo atteggiamento ricordava la figura della Luce del mondo la cui riproduzione si trovava appesa sopra il portaombrelli all’entrata della casa della signora Milne, ma il suo gesto non era sprecato con me. Era la terza e più spaventosa soglia che mi accingevo a varcare per lei quella sera. Adesso ero in preda alla paura, non al desiderio: il suo volto, illuminato dal basso dalla lampada fumante, di colpo mi apparve orrendo, grottesco. Mi chiedevo quali potessero essere i gusti della signora e come sarebbe stata la stanza che si trovava dietro quella porta misteriosa, in quella casa silenziosa, dalla servitù indifferente. Potevano esserci funi, coltelli. Potevano esserci corpi di ragazze vestite da uomo... le teste impomatate pulite, il collo insanguinato.

La signora sorrise e si voltò. Aprì la porta. Mi fece entrare.

Era solo una specie di salotto, nient’altro. Nel caminetto il fuoco si era spento e sulla mensola c’era una coppa piena di



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