Christopher Paolini Inheritance Cycle 4 Book Set: Eragon, Eldest, Brisingr, Inheritance by Christopher Paolini

Christopher Paolini Inheritance Cycle 4 Book Set: Eragon, Eldest, Brisingr, Inheritance by Christopher Paolini

autore:Christopher Paolini [Paolini, Christopher]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9780768893496
Amazon: 0768893496
editore: Various publication Dates
pubblicato: 2010-10-15T00:00:00+00:00


SULLE ALI DI UN DRAGO

Eragon alzò il capo, trasse un profondo respiro e parte delle sue angosce si dissolse.

Cavalcare un drago era faticoso, ma stare così vicini aveva il potere di calmare entrambi. Il semplice piacere del contatto fisico lo confortava come pochissime altre cose, e il rumore e il movimento costanti del volo lo aiutavano a distrarsi dai pensieri cupi che lo tormentavano.

Malgrado l’ansia legata al viaggio e la precarietà della situazione in cui si trovavano, Eragon era felice di essersi allontanato dai Varden. Dopo i recenti spargimenti di sangue aveva avuto spesso la sensazione di aver smarrito se stesso.

Da quando si era riunito ai Varden a Feinster aveva passato la maggior parte del tempo sul campo di battaglia o in attesa di impugnare le armi, e la tensione e la fatica lo stavano logorando, soprattutto dopo la violenza e gli orrori di Dras-Leona. Aveva ucciso centinaia di soldati che non avevano la minima possibilità di nuocergli al solo scopo di difendere quella gente, e sebbene ciò giustificasse le sue azioni quei ricordi lo turbavano. Non che avrebbe preferito combattere battaglie disperate né affrontare nemici pari o superiori a lui, ma la facilità con cui aveva trucidato tutti quegli uomini lo faceva sentire più un macellaio che un guerriero. La morte, stava cominciando a credere, somigliava a una sostanza corrosiva: più la toccava, più ne veniva consumato.

Tuttavia trascorrere un po’ di tempo da solo con Saphira e Glaedr – anche se il drago dorato si era chiuso in se stesso da quando erano partiti – lo aiutava a recuperare un vago senso di normalità. Era più a suo agio quando poteva starsene per conto suo o con poca gente intorno, e preferiva non trascorrere troppo tempo in un villaggio, una città o un accampamento come quello dei Varden. A differenza dei più, lui non odiava né temeva la natura selvaggia: per quanto aspre e inospitali fossero certe lande deserte, possedevano una grazia e una bellezza con cui nessuna costruzione eretta dall’uomo poteva competere, e gli infondevano sempre nuova energia.

Si lasciò quindi distrarre dal volo di Saphira, e per buona parte della giornata non fece altro che contemplare il panorama che scorreva sotto di loro.

Lasciato l’accampamento, Saphira aveva virato a nordovest, sorvolando il Lago di Leona a una tale altitudine che Eragon era dovuto ricorrere a un incantesimo per proteggersi dal freddo.

Visto dall’alto, il lago sembrava coperto di chiazze: scintillava nelle zone dove le onde riflettevano i raggi del sole nella loro direzione, ma era grigio e opaco nelle altre. Eragon non si stancava mai di ammirare lo spettacolo impareggiabile dei giochi di luce sull’acqua.

Falchi pescatori, gru, oche, anatre, storni e altri uccelli volavano spesso sotto di loro, perlopiù ignorando Saphira. Due falchi però risalirono a spirale verso di lei e la accompagnarono per un po’, più incuriositi che spaventati; anzi, a un tratto si mostrarono tanto audaci da compiere un paio di evoluzioni ad appena una spanna dalle sue zanne aguzze.

Per certi versi i fieri rapaci dagli artigli a uncino e dal becco giallo ricordavano a Eragon la stessa Saphira.



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