Le sfide di Apollo 1 L'oracolo nascosto by Rick Riordan

Le sfide di Apollo 1 L'oracolo nascosto by Rick Riordan

autore:Rick Riordan
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2016-06-27T22:00:00+00:00


21

Sempre tra i piedi

A bruciare Oracoli

Questi Romani!

Ero un dio con un grande senso del teatro.

Credevo che la mia ultima affermazione fosse una battuta fantastica. Mi aspettavo bocche spalancate, magari una musica d'organo di sottofondo. Le luci che si spegnevano un secondo prima che riuscissi a dire altro. E, qualche istante dopo, mi avrebbero trovato morto con un pugnale nella schiena. Che scena eccitante!

Ehi, un attimo. Sono mortale. Un omicidio mi ucciderebbe! Lasciamo perdere.

In ogni caso, non accadde nulla di tutto questo. I miei tre compagni si limitarono a fissarmi.

«Altri quattro Oracoli» disse Rachel. «Significa che hai altre quattro Pizie?»

«No, mia cara. C'è solo una Pizia: tu. Delfi è assolutamente unica.»

Rachel aveva ancora l'aria di volermi ficcare un pennello di setola numero dieci nel naso. «Quindi questi altri quattro oracoli non unici...»

«Be', uno era la Sibilla Cumana.» Mi asciugai il sudore dai palmi delle mani. (Perché i palmi dei mortali sudano?) «Quella che ha scritto i Libri Sibillini, hai presente? Le profezie che Ella, l'arpia, ha memorizzato.»

Meg ci guardò a uno a uno. «Un'arpia... tipo quei polli giganti che sparecchiano sempre dopo il pranzo?»

Chirone sorrise. «Ella è un'arpia molto speciale, Meg. Anni fa, non so come, si è imbattuta in una copia dei libri profetici, che noi pensavamo fossero stati bruciati prima della caduta di Roma. I nostri amici al Campo Giove stanno tentando di ricostruirli in base ai suoi ricordi.»

Rachel incrociò le braccia. «E gli altri tre Oracoli? Sono sicura che nessuno di loro fosse una bella e giovane sacerdotessa che lodavi per la sua... com'era?... "scintillante conversazione".»

«Ah...» Chissà perché, ebbi la sensazione che i miei brufoli si stessero trasformando in insetti che mi brulicavano sul viso. «Be', stando alle mie approfondite ricerche...»

«Qualche libro che ha sfogliato ieri sera» mise in chiaro Meg.

«Ehm... C'era un Oracolo a Eritre, e ce n'era un altro nella grotta di Trofonio.»

«Misericordia!» esclamò Chirone. «Questi due me li ero dimenticati.»

Alzai le spalle. Di quelli non ricordavo quasi niente neanch'io: erano tra le mie filiali profetiche meno riuscite. «E il quinto era il Bosco di Dodona.»

«Un bosco... nel senso di alberi» disse Meg.

«Sì, Meg, nel senso di alberi. I boschi di solito sono composti da alberi e non da, che so, ghiaccioli alla menta. Dodona era un querceto sacro piantato dalla Dea Madre all'alba del mondo. Era già antico alla nascita degli dei dell'Olimpo.»

«La Dea Madre?» Rachel rabbrividì. «Ti prego, dimmi che non stai parlando di Gea.»

«No, per fortuna no. Mi riferisco a Rea, la regina dei Titani, la madre della prima generazione di divinità dell'Olimpo. I suoi alberi sacri parlavano davvero. A volte pronunciavano profezie.»

«Le voci nei boschi...» mormorò Meg.

«Esatto. Credo che il Bosco di Dodona sia ricresciuto qui, nella foresta del campo. Nei miei sogni, ho visto una donna con una corona che mi implorava di trovare il suo Oracolo. Credo che fosse Rea, anche se ancora non ho capito perché indossasse un simbolo della pace, né perché somigliasse a una figlia dei fiori.»

«Un simbolo della pace?» domandò Chirone.

«Un grosso affare di ottone» confermai.

Rachel tamburellò le dita sul bracciolo del divano.



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