Codice A Zero by Ken Follet

Codice A Zero by Ken Follet

autore:Ken Follet [Follet, Ken]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00JCYR2D8
editore: Mondadori
pubblicato: 2000-10-15T00:00:00+00:00


20.00

Variazioni di temperatura maggiori del previsto potrebbero provocare il surriscaldarsi dei transistor al germanio e il congelamento delle batterie al mercurio. Entrambi gli inconvenienti impedirebbero al satellite di trasmettere a terra le informazioni raccolte.

Billie era seduta al tavolino della toletta intenta a rinfrescarsi il maquil-lage. Pensava che gli occhi fossero il suo punto di forza e li truccava sempre con cura: eyeliner nero, ombretto grigio, un tocco di mascara. Dalla porta aperta della camera sentiva rumore di spari provenire dalla televisione al piano di sotto: Larry e Becky-Ma stavano guardando Wagon Train.

Non aveva voglia di uscire. Gli eventi della giornata avevano suscitato in lei emozioni forti. Era arrabbiata per non essere riuscita a ottenere il posto che tanto desiderava, sconcertata dal comportamento di Anthony, confusa e spaventata nello scoprire che la vecchia attrazione tra lei e Luke era potente e pericolosa come sempre. Si trovò a ripensare alle sue relazioni con Anthony, Luke, Bern e Harold, e si chiese se nella vita avesse preso le decisioni giuste. Dopo tutto quello che era accaduto, la prospettiva di passare la serata davanti alla televisione insieme a Harold le sembrava insulsa.

Squillò il telefono.

Si alzò di scatto e andò a rispondere dall’apparecchio sul comodino, ma Larry aveva già preso la comunicazione dal corridoio. Sentì la voce di Anthony che diceva: «Qui è la Cia. Washington sta per essere invasa da un esercito di cavoli salterini».

Larry rise. «Zio Anthony, sei tu?»

«Se venite avvicinati da un cavolo, non tentate, ripeto, non tentate di farlo ragionare.»

«Ma i cavoli non parlano!»

«L’unico modo per affrontarli è colpirli a morte con delle fette di pane.»

«Te lo stai inventando!» esclamò Larry ridendo.

«Anthony, sono all’altro apparecchio» disse Billie.

«Va’ a metterti il pigiama, Larry, d’accordo?»

«D’accordo» rispose il bambino, e riattaccò.

«Billie?» Il tono di voce era cambiato.

«Sono qui.»

«Hai lasciato detto che dovevo chiamarti urgentemente. Mi pare di capire che hai maltrattato l’agente di turno.»

«Già. Anthony, cosa diavolo stai combinando?»

«Vuoi essere più precisa?»

«Non mi prendere in giro, accidenti! L’ultima volta che ci siamo parlati avevo capito che mi stavi mentendo, ma ancora non conoscevo la verità.

Ora invece sì. So cosa hai fatto a Luke nel mio ospedale, la scorsa notte.»

Dall’altra parte ci fu silenzio.

«Esigo una spiegazione» proseguì Billie.

«Non intendo parlare di questo al telefono. Se potessimo incontrarci nei prossimi giorni…»

«Al diavolo!» Non gli avrebbe permesso di prendere tempo. «Voglio sentire la tua versione. Adesso.»

«Sai bene che non posso…»

«So che tu puoi fare tutto ciò che vuoi, quindi non raccontarmi balle.»

«Dovresti fidarti di me» protestò Anthony. «Siamo amici da quasi vent’anni.»

«Già, e mi hai messo nei pasticci fin dal primo appuntamento.»

«Sei ancora arrabbiata per quella volta?» chiese Anthony con una nota divertita nella voce.

Billie si ammorbidì. «Certo che no. Io voglio avere fiducia in te, accidenti… sei il padrino di mio figlio!»

«Se ci vediamo domani ti spiegherò ogni cosa.»

Billie stava quasi per cedere, poi ricordò ciò che lui aveva fatto. «Non potevi fidarti di me ieri notte, vero? Hai agito alle mie spalle, nel mio ospedale!»

«Te l’ho già detto, posso spiegarti tutto…»

«Avresti dovuto spiegarmelo prima di ingannarmi.



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