Colpisci dove più fa male by Theodore Kaczynski

autore:Theodore Kaczynski [Kaczynski, Theodore]
La lingua: ita
Format: epub
editore: D Editore
pubblicato: 2025-03-15T00:00:00+00:00

Oggi, i media, la scuola e chiunque sia coinvolto con il lavaggio del cervello a cui il Sistema ci ha sottoposto, ci hanno convinto che la violenza sia, più di ogni altra cosa, qualcosa di ripugnante e da evitare assolutamente (certo, quando il Sistema trova conveniente usare la violenza – ad esempio tramite la polizia o i militari – per i propri scopi, riesce sempre trovare una scusa per usarla).

In molti affermano che il modo in cui noi approcciamo alla violenza è il risultato dell’influenza pacificatoria del Cristianesimo, ma semplicemente questo non ha alcun senso. Il periodo in cui il cristianesimo aveva maggior potere in Europa, ossia il medioevo, era un’epoca particolarmente violenta. Fu durante la rivoluzione industriale, e i conseguenti cambiamenti tecnologici, che il nostro approccio verso la tecnologia cambiò, ed è proprio durante quella trasformazione che l’influenza del cristianesimo iniziò a indebolirsi. Analizzando la storia, è chiaro che non sia stato il cristianesimo la forza che ha spinto verso il nostro cambiamento di atteggiamento verso il concetto stesso di violenza.

È necessario per il funzionamento della moderna società industriale che le persone cooperino all’interno di uno scherma rigido, meccanico, obbedendo alle regole, seguendo gli ordini e gli orari, rispettando le procedure prescritte. Conseguentemente, il Sistema richiede, sopra ogni altra cosa, esseri umani docili e ordine sociale. Di tutti i comportamenti umani, la violenza è uno dei più dirompenti, e quindi uno dei più pericolosi per il Sistema. Con il progresso della rivoluzione industriale, le classi al potere, capendo che la violenza era sempre più indirizzata in modo opposto ai loro interessi, cambiarono idea al riguardo. Essendo che l’influenza delle classi al potere è sempre stata determinante per decidere cosa sarebbe dovuto essere stampato sui giornali e insegnato a scuola, la loro azione ha gradualmente trasformato la percezione dell’intera società, e così oggi la maggior parte della classe media, ma anche la maggior parte dei gruppi che dichiarano di ribellarsi al Sistema, credono che la violenza sia il peggiore tra i peccati che si possano commettere. Queste persone credono che la loro opposizione alla violenza sia l’espressione di una decisione morale presa autonomamente, e in parte certamente lo è, ma ciò di cui non ci si rende conto è che questa è una morale progettata per servire gli interessi del Sistema e per essere somministrata attraverso la propaganda. In breve, a queste persone è stato semplicemente fatto il lavaggio del cervello.

Ne consegue che per poter iniziare una rivoluzione contro il Sistema tecnologico-industriale sarà necessario scardinare la morale convenzionale. Uno dei due punti principali che ho cercato di far emergere in questo saggio è che anche rifiutando nel modo più radicale la morale convenzionale ciò giustificherebbe comportarsi in modo contrario alla “decenza” umana: vi è una morale (e in un certo senso, forse addirittura universale) – o, come preferirei chiamarla, una concezione di equità – “naturale” che tende a mantenere sotto controllo la nostra condotta verso le altre persone in termini perlomeno di “decenza”, anche abbandonando ogni altro costrutto morale.

Il secondo

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