Come Petali di Ciliegio (Italian Edition) by Mia Another

Come Petali di Ciliegio (Italian Edition) by Mia Another

autore:Mia Another [Another, Mia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-04-12T22:00:00+00:00


27

Soli, Simili

Ryuu

Di tutti i colori che esistono, perché il suo costume deve essere proprio rosso? Di tante donne che ho visto e incontrato, perché proprio lei mi rende insicuro e smanioso come un bambino?

Ha un corpo traboccante di sensualità, gambe lunghe e affusolate, un sedere perfettamente tondo e sodo. Ora so perché a Tyler piace tanto.

Vorrei succhiare i capezzoli rosei che si intravedono dal bordo del bikini, tenerli tra i denti, turgidi e dolci, strapparle dei mugolii. Tutto questo desiderio fa male, è veleno, mi uccide lentamente. Non respiro.

«Ryuu.»

«Mhm?»

Il tono della mia voce potrebbe tradirmi. Preferirei non parlare. Ma se non le rispondessi, andrebbe in panico.

«Fai sempre così?» chiede in un sibilo. «Ti limiti a guardare la tua modella da lontano?»

Questa domanda sembra tanto una provocazione. Si prende gioco di me, adesso?

«No. Ci sono molte cose che non posso fare con te, perché sei la ragazza di Ty.»

«Tipo?»

Vorrei infilarle la lingua in bocca per farla stare zitta. Oppure, tra le gambe. Se lo facessi, sarebbe troppo impegnata a gemere per farmi domande scomode. Potrei leccarle il clitoride fino a farla strillare. Scommetto che la sua voce diventerebbe assordante e bellissima.

«Non c’è bisogno che te lo dica, puoi immaginarlo da sola.»

Cerca di mascherare con un sorriso ironico l’espressione affaticata del suo viso. Non si lamenta, non sospira.

«Se lo dici così, potrei immaginare qualsiasi cosa.»

«Fallo, se ti diverte.»

È difficile restare qui a guardare. Lei non lo sa, non sa che c’è un motivo preciso se mi tengo a questa distanza. Se mi avvicinassi di qualche passo, diventerebbe impossibile mantenere la concentrazione, l’autocontrollo. Non sono certo che riuscirei a trattenere le mie mani, a nascondere il mio stato d’animo e reprimere gli istinti. Rischierei di cedere e toccarla, di fare scorrere i suoi capelli tra le mie dita, accarezzare le sue labbra schiuse.

Tengo sotto controllo il colorito della sua pelle, uso il rumore della fontana all’ingresso per capire quanto tempo è passato. Lei sta iniziando ad avere il respiro spezzato, ogni tanto fa dei piccoli movimenti, come se volesse assicurarsi di poter ancora muovere il proprio corpo. A questo punto, l’intorpidimento degli arti è inevitabile.

Aspetto ancora qualche secondo. Solo un momento di esitazione, per perdermi ancora in questa splendida immagine e illudermi che lei mi appartenga, prima di lasciarla fuggire.

Prendo fiato, mi avvicino. Inizio a sciogliere il nodo che fissa la corda alla colonna, la stessa che passa sopra la trave e che le tiene le caviglie unite. Lascio discendere lentamente le sue gambe, accompagnandole fino a terra. Mi chino accanto a lei per liberarle le braccia, le mani, le dita che ho intrappolato. Cerco di evitare i suoi occhi mentre lo faccio, per non perdere la padronanza, ma lei mugola, obbligandomi a guardarla in viso.

«No.» protesta. «Non ancora.»

«Ti resteranno dei segni.»

«Solo un minuto.»

I suoi capelli sono stesi sulla coperta, formano onde morbide color cremisi. Il suo respiro è lento, regolare. Credo che stia inspirando l’odore delle candele che ho scelto apposta per lei: erica selvatica e muschio. La neve che si scioglie.

«Basta così, Isabel.



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