Compagni di stadio by Solange Cavalcante

Compagni di stadio by Solange Cavalcante

autore:Solange Cavalcante [Cavalcante, Solange]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


La presenza di Adilson nel club provocava sfiducia nei cartolas più conservatori, tra i tifosi e nella stampa sportiva. Sarà perché era molto più giovane della maggioranza dei dirigenti, o perché portava i capelli lunghi da rockettaro e barba da sindacalista o sovversivo. Un look un po’ da delinquente. Le malelingue dicevano che come direttore di calcio, il suo massimo talento era amministrare la fabbrica di biscotti dei Monteiro Alves. Perfino Adilson avrebbe detto di sé stesso che, in quanto sociologo, di calcio non ne capiva nulla. Se l’asso nella manica della nuova leadership per rimettere in sesto la squadra, era piazzare il figlio incompetente di un cartola alla direzione Calcio, per il Corinthians era veramente tutto perduto. C’era stata una fuga di notizie secondo la quale il nuovo direttore stava chiedendo proprio ai giocatori e alla commissione tecnica di aiutarlo a risolvere i problemi. Il Dottor Leo Vilarinho ricorda ancora le stranezze che Adilson causò: “Stavo già da dieci anni nel club e mai c’era stata questo tipo di apertura. Disse che sarebbe cominciata una nuova fase nel club, e chiese le nostre opinioni. Fu la prima volta nel calcio che potemmo parlare con un direttore in una relazione di confidenza”.

Si dice che nelle chiacchiere di spogliatoio si spaziasse dalla filosofia alle relazioni personali, e dai ritiri ai premi per vittoria e ai salari. Adilson voleva che i problemi della squadra fossero risolti nel club – discutendo e anche litigando, se necessario. “Non dobbiamo accettare la vita così come si presenta, ma metterla in discussione e cambiarla”, diceva il nuovo direttore. Roba da matti. Idee molto sospette.

Un’altra novità era che Adilson aveva rilevato dislivelli salariali eclatanti tra i giocatori. La maggioranza guadagnava al di sotto delle proprie necessità. Dalle verifiche effettuate, la direzione decise di studiare aumenti salariali per ridurre i dislivelli esistenti. Venne presa in considerazione la proposta di Adilson di far partecipare i giocatori alle rendite delle partite. Per Biro-Biro, una nuova politica salariale sarebbe stata molto interessante. Quando si sposò con una nipote di Vicente Matheus, il vecchio dirigente gli disse, scherzando (o forse no) che il suo contratto e i suoi aumenti salariali potevano non essere più rivisti. “Tanto ormai, fai parte della famiglia”.

Ma la forza dell’abitudine portava alcuni giocatori a pensare che fossero proprio loro il problema principale. “Gli orari non vengono mai rispettati”, diceva il difensore Gomes. “Ci sono calciatori che arrivano in ritardo, non si impegnano. Altri simulano contusioni solo per non essere convocati. Ma poi ognuno tace e si tiene le cose per sé per non essere accusato di fare la spia.” “Il nostro problema è l’individualismo”, ribatteva Wladimir, che non ammetteva che solo i giocatori dovessero rispondere per tutti i mali del club. In fondo, tutti sapevano che se un calciatore simulava infortuni, era solo perché il calendario degli incontri non gli permetteva di riprendere le forze.

Si sapeva che molti avevano ormai pensato di lasciare la squadra, persino il portiere Sollito. “Nel Corinthians esistono solo due allegrie. Una, è essere contrattualizzato.



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