Coppi e Bartali by Daniele Marchesini;

Coppi e Bartali by Daniele Marchesini;

autore:Daniele, Marchesini; [Marchesini, Daniele ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Osservatorio italiano, Storica paperbacks
ISBN: 9788815353979
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00


Il passato, in quell’Italia tanto sanguigna, fatica a decantarsi. Di lì a due anni, probabilmente, le idee di destra costringono Magni a fare di necessità virtù allorquando le squadre italiane abbandonano il Tour del 1950, a Saint Gaudens. In quel mese di luglio il clima politico italiano è arroventato dalle denunce di De Gasperi del pericolo di una «quinta colonna» comunista che agisce all’interno del paese per favorire interessi stranieri, dei cittadini solo formalmente italiani, ma stranieri nello spirito. Difficile non fare gruppo intorno alla nostra bandiera, anche quando sventola semplicemente su scenari sportivi. Sebbene primo in classifica, egli non può non accettare quella decisione, voluta da Bartali, proprio in nome di un nazionalismo che – in quel momento – appartiene alla sua più che ad ogni altra parte politica. Anche se, più tardi, ripetutamente accuserà Gino di errore imperdonabile per aver imposto una solidarietà a troppo caro prezzo. Non era scritto che avrebbe vinto il Tour, però – lui combattente nato – avrebbe potuto e voluto vendere cara la pelle.

Ma un po’ dappertutto, in questi anni del dopoguerra, soprattutto lungo le strade del Giro la ritrovata passione per la politica degli italiani si mescola a quella ciclistica e si rende visibile. Molte volte – al di là dello scontato «Viva Coppi comunista, abbasso Bartali democristiano», e viceversa – in combinazioni curiose. «Viva Coppi-Viva Bartali-Viva Petrucci-Leggete l’Unità», qualcuno ha scritto sul lastrico di Frascati nel 1952, prima del passaggio del plotone. Qualcun altro, con le amministrative alle porte, elabora sintesi politico-sportive personali ma complete, e le esibisce durante la cronometro Roma-Rocca di Papa: «Chi vota la Dc vota Coppi, vota Bartali; chi vota Msi vota Magni; chi vota Campidoglio (lista comunista) vota per gli stranieri». E sulle vie di S. Cesareo, verso Napoli: «Gino vota per il Msi! Gino stai attento agli stranieri». Alla periferia della città partenopea, alcuni ragazzi hanno addirittura allestito un enorme carro allegorico con la storia del bandito Giuliano e sotto, ben leggibile: «Anche Giuliano è tifoso di Coppi». Sempre a Napoli, l’anno dopo, alla vigilia delle elezioni politiche gli appassionati di fede monarchica sono eccitatissimi: «Dio-Patria-Re-Bartali-Coppi», scrivono. Oppure: «Coppi tu sei il Re, il resto è Repubblica».

A quest’epoca la politica a due ruote non è soltanto faccenda dei tifosi assiepati sulle strade, ma anche dei ciclisti e di qualche protagonista del mondo delle biciclette. Se Bartali e Coppi si vedono attribuite appartenenze e ruoli politici non sollecitati, è vero anche che certe circostanze aiutano una loro identificazione in tal senso. Entrambi rifiutano le avances incrociate della Democrazia cristiana e del Fronte democratico popolare per candidarsi nelle elezioni politiche del 1948 (Coppi, addirittura, dell’una e dell’altro). Ma entrambi sottoscrivono poi, insieme ad altri 13 colleghi (anche Vittorio Rossello, Biagioni, Ricci, Pasquini, Corrieri, Luciano Maggini, Serse Coppi…), un accorato appello Agli sportivi d’Italia in vista delle consultazioni del 18 aprile, promosso dai comitati civici di Luigi Gedda.

Al culmine della grande battaglia elettorale che avrà il suo traguardo il 18 aprile, noi «uomini del pedale», non per spirito



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