Cos'è il populismo? by Jan-Werner Müller

autore:Jan-Werner Müller [Müller, Jan-Werner]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Egea

Tre tecniche populiste per governare e relative giustificazioni morali

In primo luogo, i populisti tendono a colonizzare o «occupare» lo Stato. Prendiamo l’Ungheria e la Polonia come esempi. Uno dei primi cambiamenti fondamentali auspicati da Viktor Orbán e dal suo partito Fidesz era una trasformazione della legge sull’amministrazione pubblica, che consentisse di collocare i lealisti in quelle che avrebbero dovuto essere posizioni burocratiche neutrali. Inoltre, sia la Fidesz così come il partito Diritto e Giustizia di Jarosław Kaczyński (in polacco: Prawo i Sprawiedliwość, abbreviato in PiS) si sono mossi immediatamente contro l’indipendenza dei tribunali. Sono state modificate le procedure delle corti esistenti e sono stati nominati nuovi giudici. Laddove sia stata difficoltosa una ristrutturazione dell’intero sistema, come è accaduto finora in Polonia, la paralisi della magistratura si è rivelata un’accettabile soluzione di ripiego per il partito al governo. Sono stati immediatamente fermati anche i mezzi di informazione: è stato lanciato il chiaro segnale che i giornalisti non devono riportare le notizie violando gli interessi della nazione (fatti naturalmente equivalere a quelli del partito al governo). Per Kaczyński, convinto da tempo che una «rete» sia determinata, nell’ombra, a danneggiare il suo partito, è stato fondamentale tenere sotto controllo anche i servizi segreti. Chiunque abbia criticato qualsiasi misura del genere è stato accusato di eseguire gli ordini delle vecchie élite (che i populisti, in quanto giusti rappresentanti del popolo, erano finalmente riusciti a sostituire) o di essere palesemente dei traditori (Kaczyński parlò di «polacchi della peggior sorta» che presumibilmente hanno il «tradimento nei loro geni»). Il risultato finale è che i partiti politici creano uno Stato a loro immagine e somiglianza.

Naturalmente, tale strategia atta a consolidare o persino perpetuare il potere non è di pertinenza esclusiva dei populisti. A distinguerli è il fatto che essi possono intraprendere questa colonizzazione apertamente e potendo contare sulla rivendicazione di fondo della rappresentanza morale del popolo. I populisti possono chiedersi con sdegno perché il popolo non dovrebbe assumere il controllo dello Stato tramite i suoi unici rappresentanti legittimi. Perché non dovrebbero essere rimossi coloro che ostacolano l’autentica volontà popolare in nome della neutralità dell’amministrazione pubblica? Lo Stato appartiene di diritto al popolo; non dovrebbe opporvisi come una specie di apparato alieno, piuttosto il popolo dovrebbe giustamente impossessarsene.

In secondo luogo, i populisti tendono a dedicarsi a un clientelismo di massa: lo scambio di favori materiali e immateriali da parte delle élite per il supporto politico delle masse. Anche in questo caso non si tratta di un comportamento esclusivo dei populisti: molti partiti premiano la propria «clientela» che si presenta a votare, sebbene in pochi siano disposti a spingersi fin dove arrivò l’arci-populista austriaco Jörg Haider che aveva distribuito letteralmente banconote da cento euro al «suo popolo» per le strade della Carinzia. Alcuni osservatori hanno sostenuto che, da una prospettiva realista, il clientelismo di massa e le prime forme di democrazia sono più o meno la stessa cosa – in quanto il primo stabilisce una certa significativa reciprocità politica e comporta un pizzico di responsabilità7. Quel che ancora una

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