Cose mai successe by Giulia Blasi

Cose mai successe by Giulia Blasi

autore:Giulia Blasi [Blasi, Giulia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-02-29T12:00:00+00:00


Gina, 3 gennaio 2022

Ed eccoci qua, catapultati nel nuovo anno dal solito cenone in cui qualcuno esagera con i grappini, qualcuno piange, qualcuno litiga, qualcuno accende stelle filanti rischiando di dare fuoco alle tovaglie, qualcuno urla «vaffanculo 2021» e – novità di questa edizione del Capodanno – qualcuno si rifiuta di esibire il green pass che certifica la vaccinazione, avendo evidentemente voglia di inaugurare i prossimi dodici mesi all’insegna della rottura di coglioni. Ci ha pensato Giovanni, che ha tatto ma è anche grosso come il campanile di Mortegliano: la stazza, unita all’estrema gentilezza nel parlare e al tono di voce basso e uniforme, è sufficiente a dissuadere anche i più bellicosi.

Verso le tre erano migrati tutti verso altri lidi e serate danzanti o erano tornati a casa e così siamo rimasti soli, Flavio, i ragazzi, la Mariel e io. All’inizio mi ero fatta qualche scrupolo a chiedere ai ragazzi di sacrificare il Capodanno, ma sono stati loro a dirmi che andava bene, che Capodanno è una festa inutile e che i grappini di fine serata valevano la pena. Abbiamo deciso di dare a ognuno di loro un grosso bonus in busta, con l’istruzione di andarsene fuori dai piedi alle terme di Merano per qualche giorno, e per essere sicurissimi che ci andassero davvero abbiamo prenotato noi, cinque giorni in una spa per tutti e tre e anche per Mariano, un compagno d’università che Paolo sta cercando di spacciarci per “grande amico” da almeno sei mesi. Con Flavio la balla ha funzionato per il primo mese, con me neanche cinque minuti, ma siamo d’accordo che ce lo dirà quando si sentirà pronto, e nel frattempo fingiamo di credergli. Flavio all’inizio c’è rimasto un po’ male, poi ci siamo parlati e ci siamo detti che non cambia niente, l’importante è che lui sia felice: certo, io preferirei che si sentisse libero di parlare con noi, non mi interessa se Mariano è l’uomo della sua vita o uno che gli piace adesso, non è che pretendo che si fidanzi in casa per sentire di poterci dire che gli piacciono gli uomini. A me è evidente da sempre, conosco mio figlio. Flavio fa ancora un po’ fatica, ma si abituerà.

È bello stare un po’ soli, prenderci una vacanza, mangiare davanti alla televisione, alzarci dal letto quando ci va e tornarci nel bel mezzo della giornata. Dovevamo forse essere più egoisti, dice Flavio, e andare noi alla spa. Ce lo siamo meritato. Gli ho detto che non è un peso sacrificarmi per i ragazzi, ma la verità è che a me piace stare qui. Mi piace la casa vuota. Amo uscire sul porticato la mattina e fare il fumetto col fiato per poi chiudere fuori il freddo e guardare dalla finestra l’orto addormentato, sentire il rumore delle suole delle ciabatte quando attraverso la sala del ristorante in pigiama. Ogni tanto metto anche musica nell’impianto stereo che abbiamo installato per le feste e ballo intorno ai tavoli aspettando che Flavio mi raggiunga. Mi piace godermi il nostro spazio senza doverlo condividere con estranei.



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