Craig Smith - Il rivale di Ottaviano (2019) by admin

autore:admin [admin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-08-05T16:00:00+00:00

XV

SENTENZA

Filippi, 3 ottobre 42 a.C.

Antonio aveva fortificato la sua strada attraverso la palude con vari fortini, ognuno sorvegliato da una centuria di fanteria e da varie unità di artiglieria. Anziché ingaggiare battaglia contro ogni fortificazione, condussi i miei uomini verso l'ultimo dei fortini, quello più vicino all'accampamento di Antonio.

Prima che uscissimo dalla palude, il nemico ci colpì con una raffica di lance, frecce e pietre. Sollevammo gli scudi e i nostri legionari uscirono subito dall'acqua, affrontando il nemico in uno scontro diretto, esattamente come le legioni sono addestrate a fare. Gli ausiliari traci, invece, sciamarono ai lati del nemico. Gli uomini di Antonio avevano una posizione più vantaggiosa, ma noi eravamo in maggior numero, e ben presto riuscimmo a respingerli. Dopo aver fortificato l'avamposto, condussi il resto delle mie coorti verso il fossato dell'accampamento. Ero in testa all'attacco e correvo insieme ai legionari verso forse un centinaio di difensori. Fummo presi di mira da una raffica di lance, ma mantenemmo la formazione precipitandoci su per la sponda del fossato. Mi lanciai contro un uomo proprio davanti a me e, nello stesso istante, altri due uomini ai miei lati incrociarono gli scudi. Il mio avversario cercò di sferrarmi un colpo mortale evitando lo scudo, ma io, anticipandolo, gli colpii il braccio. Mentre lui indietreggiava con il braccio rotto, ferii al calcagno l'uomo alla mia destra e colpii la gamba di quello a sinistra.

Ben presto riuscimmo a respingere anche gli ultimi uomini di Antonio nel loro accampamento. Anziché riversarci dentro in massa, però, mandai avanti tre centurie, perché saccheggiassero e bruciassero tutto ciò che potevano. Condussi, poi, il resto degli uomini lungo i bordi del fossato. Affrontammo un'ulteriore battaglia, ma riuscimmo a prevalere facilmente. Dopodiché ci dirigemmo verso il recinto per il bestiame e rubammo cinquanta cavalli. Non avevamo bisogno di selle; spesso usavamo solo un capestro e una corda robusta, invece di briglie e redini. La maggior parte di noi afferrò giavellotti e lance, ma mi assicurai che venissero prese anche delle torce. Attraversammo un accampamento legionario, incendiando le tende lungo il cammino, ma, dopo appena un quarto d'ora, la retroguardia di Antonio cominciò a riversarsi nell'accampamento. Accontentandomi di quella piccola vittoria, ordinai alla coorte di ritirarci immediatamente.

Utilizzammo gli uomini a cavallo per proteggerci le spalle. Il resto avanzò in schieramento compatto lungo la strada di Antonio. I fortini erano stati concepiti per proteggersi da attacchi esterni; con il nemico alle spalle, i difensori si affrettarono a fuggire nella palude. Dopo tre chilometri trovammo la palizzata distrutta attraverso cui Antonio era passato quel mattino, quindi fummo in salvo.

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