Credo in Dio e negli uomini. Storia di Etty Hillesum by Patrick. Woodhouse

Credo in Dio e negli uomini. Storia di Etty Hillesum by Patrick. Woodhouse

autore:Patrick. Woodhouse [Woodhouse, Patrick.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788871808710
Amazon: 8871808711
editore: Lindau
pubblicato: 2010-10-15T00:00:00+00:00


Una persona universale

Secondo Etty il dolore non è una faccenda privata, circoscritta, ma oltrepassa i confini. Imparare a soffrire significa essere vicini a tutte le persone che patiscono e persino ai cuori afflitti dei nemici, alle madri tedesche, «perché anche loro soffrono per i loro figli uccisi». Il pensiero della Nostra non si limita alle madri, anche se sono donne che attendono a casa e piangono mentre gli uomini combattono; altrove, infatti, scrive: «Anche i soldati tedeschi soffrono. Non ci sono confini tra gli uomini sofferenti». Etty diventa così una persona universale e la sua riflessione sulla sofferenza rappresenta un corollario all'idea secondo la quale la guerra è, in ultima analisi, un fenomeno «a misura d'uomo»: infatti è originata dall'uomo, è umana la mancanza d'amore che la caratterizza e sono umane le sue terribili conseguenze, le afflizioni e il dolore che causa. Etty è altresì convinta che la pena e la sofferenza abbiano virtù redentrici, a patto di far loro posto nelle nostre vite. Nella prima di due lunghe lettere che descrivono le condizioni del campo di Westerbork, pubblicate clandestinamente durante la guerra e situate tra le cose più notevoli che abbia prodotto, dice:

E se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare - se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori, per farli decantare e divenire fattori di crescita e comprensione -, allora non siamo una generazione vitale. Certo che non è così semplice, e forse meno che mai per noi ebrei; ma se non sapremo offrire al mondo impoverito del dopoguerra nient'altro che i nostri corpi salvati a ogni costo - e non un nuovo senso delle cose, attinto dai pozzi più profondi della nostra miseria e disperazione -, allora non basterà. La sua storia di trasformazione dal caos alla coscienza di sé dimostra che un simile cambiamento può verificarsi nel corso di una vita umana. E dalla sua esperienza Etty ricava la propria concezione di redenzione personale attraverso la sopportazione del dolore. Nelle settimane e nei mesi in cui ha lavorato con Spier, ha imparato in modo assai personale a sopportare la sofferenza e l'alienazione che hanno caratterizzato la sua infanzia e la sua prima giovinezza. E si è liberata. La lezione è stata appresa in profondità. Fin dalle prime pagine del diario Etty esprime spesso il proprio bisogno di «sopportare il dolore», una lezione che ritrova negli scritti di altri personaggi.

Per esempio, il 15 dicembre 1941 cita un passaggio da un libro di Suarès su Dostoevskij: «Dobbiamo conoscere il nostro dolore. Un vero uomo non è né padrone né schiavo del suo dolore, né fugge da esso: egli deve essere piuttosto il redentore del dolore». Lo stesso giorno, ricopia un passo delle Lettere a una donna innamorata di Walter Rathenau: «Siamo qui per assumere su di noi un poco della sofferenza del mondo abbracciandola, non per accrescerla con la nostra violenza». Ma il suo mentore è stato Spier. Nella pagina precedente del suo diario aveva scritto: «Per quanto possa sembrare paradossale, S.



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