Dark divine (Versione italiana) by Bree Despain

Dark divine (Versione italiana) by Bree Despain

autore:Bree Despain [Despain, Bree]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788873393610
Google: AEVH_9p7CtQC
editore: Sperling & kupfer
pubblicato: 2011-05-24T20:10:03+00:00


Mattino

Alla fine dovevo essermi addormentata perché mi svegliai di soprassalto per un rumore sordo fuori della finestra. Rotolai sul fianco e controllai la sveglia: le 6 del mattino. Udii di nuovo lo stesso rumore, quindi barcollai giù dal letto e andai a controllare. Fuori era ancora piuttosto buio ma riuscivo comunque a vedere che nella parte laterale del giardino non c’era nessuno. I tonfi continuavano e sembravano provenire dal retro. Avevo le gambe talmente rigide che dovetti scendere le scale scivolando sul sedere.

Ero in cucina quando scorsi Daniel, intento a infilare un paletto da staccionata nel terreno gelato. A mani nude. Non potevo esserne del tutto certa perché mi dava le spalle, ma sembrava che tenesse il palo con una mano e poi ne colpisse la parte superiore con l’altra. Nessun martello, nessun mazzuolo o altro attrezzo, per quanto potevo. Era probabile che fosse venuto così presto per poter fare le cose a modo suo.

Stavo per raggiungerlo, ma mi passai la mano tra i capelli e le dita rimasero incastrate in un tremendo groviglio. Osservai Daniel dare un altro colpo, facendo entrare il palo nel terreno di sette-otto centimetri in una volta, e all’improvviso mi sentii in dovere di lavarmi e indossare qualcosa di più carino del pigiamone con le paperette.

Quando finii di truccarmi, di pettinarmi e di trovare una felpa decente dopo averne provate tre (possibile che avessi soltanto indumenti che mi facevano sembrare un sacco di patate?), trovai Charity in cucina intenta a sfogliare un libro di scienze e a mangiare i cereali con la glassa della sua scorta personale. Il che significava che mamma non si era ancora alzata. Il rumore di colpi era cessato, quindi c’era da sperare che i miei rimanessero a letto ancora un po’.

Scrutai fuori della finestra. «Hai visto dov’è andato Daniel?»

«No», brontolò Charity. «Stavo per uscire a strangolarlo per tutto quel baccano, ma quando sono scesa non c’era più.»

«Mi dispiace», le dissi, manco tutto ciò che faceva Daniel fosse colpa mia.

«Ah, fa niente», ribatté. «Tanto oggi dovevo alzarmi presto comunque. In questo fine settimana devo buttare giù tutta la mia tesina.»

«Oh.» Spostai lo sguardo più lontano, sempre all’esterno. «Chissà dov’è andato?»

«La Corolla non c’è. Magari papà l’ha accompagnato dal ferramenta.»

O magari chi aveva preso la macchina la sera prima non era rientrato. Non avevo sentito la porta del garage, eppure ero rimasta sveglia almeno fino alle tre. Lo studio di papà era chiuso a chiave, e la luce spenta. Se Daniel non si trovava con lui, dov’era andato?

Mi afflosciai su una sedia. Forse il motivo per cui era arrivato così presto a sistemare la staccionata era che aveva cambiato idea riguardo al volermi rivedere.

«Posso?» chiesi allungando la mano verso la scatola di cereali.

Annuì. «Hai sentito della nipote del signor Day?»

«Jessica o Kristy?»

«Jess. È scomparsa.»

Piccoli trifogli glassati rotolarono nella mia ciotola. Erano anni che non vedevo Jessica. Era stata in classe con Jude e Daniel, ma la sua famiglia si era trasferita quando lei frequentava la seconda. «Ma non scappa di casa un mese sì e l’altro pure?»

«Sì, ma di solito non fa sul serio.



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