Debito Di Sangue by Michael Connelly

Debito Di Sangue by Michael Connelly

autore:Michael Connelly [Connelly, Michael]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
pubblicato: 2011-07-24T20:42:36.185495+00:00


Graciela portava un paio di jeans stinti e una maglietta dei Dodgers, con i capelli raccolti sotto un berretto da baseball della stessa squadra. Su una spalla aveva una sacca da viaggio e in mano una borsa di plastica da rosticceria. Raymond indossava jeans e una maglietta con lo stemma della squadra di hockey dei Kings. Anche lui portava un berretto da baseball e aveva con sé un camion dei pompieri giocattolo e un vecchio animale di pezza che a McCaleb sembrò un agnellino.

McCaleb arrischiò un goffo abbraccio con Graciela e strinse la mano a Raymond dopo che il bambino si fu infilato sotto l'altro braccio l'animale di pezza.

«Lieto di vedervi» disse McCaleb. «Pronto ad acchiappare qualche bel pesce oggi, Raymond?»

Il bambino sembrò troppo intimidito per rispondere. Graciela gli diede un colpetto col gomito alla spalla e lui annuì.

McCaleb prese la sacca e la borsa, fece strada sottocoperta e li guidò nel tour completo che era mancato durante la loro prima visita. Lungo il percorso lasciò in cambusa il sacchetto di rosticceria e posò la sacca da viaggio sul letto della cabina principale. Disse a Graciela che quella era la sua camera e che le lenzuola erano fresche di bucato. Poi mostrò a Raymond la cuccetta superiore nella cabina a prua. McCaleb aveva trasferito quasi tutti i contenitori sotto la scrivania e la stanzetta sembrava abbastanza in ordine per il bambino. Lungo il lettino c'era una sbarra di sicurezza per evitare ogni possibile caduta. Quando McCaleb gli disse che quella veniva chiamata cuccetta, il bambino mostrò un'espressione confusa.

«È così che si chiamano i letti sulle imbarcazioni, Raymond» spiegò McCaleb. «E il bagno viene chiamato ritirata.»

«Come mai?»

«Be', ad essere sincero non l'ho mai chiesto.»

Li accompagnò nel bagno e mostrò loro come usare il pedale dello sciacquone. Si accorse che Graciela osservava la tabella delle temperature e le spiegò a cosa serviva. Lei indicò con un dito la riga di giovedì.

«Avevi la febbre?»

«Poche linee. Se n'è andata.»

«Che cos'ha detto il tuo dottore?»

«È una dottoressa. Non gliel'ho ancora detto. La febbre è sparita e io sto bene.»

Lei lo guardò con un misto di preoccupazione e, almeno così a lui sembrò, di fastidio. Allora si rese conto che probabilmente per lei era molto importante che lui sopravvivesse. Non voleva che l'ultimo dono di sua sorella andasse sprecato.

«Non preoccuparti» disse. «Sto bene. Quel giorno mi sono soltanto mosso un po' troppo. Ho fatto una bella dormita e la febbre è sparita. Da allora è tutto normale.»

Le indicò i tratti di penna sulla tabella che seguivano il giorno della febbre. Raymond lo tirò per una gamba dei pantaloni e disse: «E tu dove dormi?».

McCaleb guardò di sfuggita Graciela e si girò verso la scaletta prima che lei potesse accorgersi che arrossiva.

«Venite, vi faccio vedere.»

Tornati nel salone, McCaleb spiegò a Raymond in che modo poteva trasformare il tavolo della cambusa in una cuccetta singola. Il bambino sembrò soddisfatto.

«E adesso vediamo che cosa avete portato» disse McCaleb.

Cominciò a svuotare la borsa di rosticceria di Graciela e a sistemare le varie cose.



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