Di efferati delitti e d'altre storie macabre by Fabrizio Ghilardi

Di efferati delitti e d'altre storie macabre by Fabrizio Ghilardi

autore:Fabrizio Ghilardi [Ghilardi, Fabrizio]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Idrovolante Edizioni
pubblicato: 2020-07-08T12:36:07+00:00


10. del finto sultano di varna

Nella stazione ferroviaria di Varna, il facchino, che aveva scaricato un numero impressionante di valigie appartenenti a un misterioso uomo orientale vestito in un modo che non lo faceva passare inosservato, rimase stupefatto che il carico di eleganti bauli appartenesse tutto a quell’uomo con il turbante e il lungo vestito con cui era ammantato, e non a tutta la sua corte, dal momento che viaggiava da solo, accompagnato da un servitore, anch’esso vestito in maniera bizzarra, che tanto lo faceva rassomigliare a un derviscio, per via di un lungo abito a balze piuttosto larghe. Erano appena scesi dal vagone ed erano ancora intenti a sgranchirsi le gambe, senza dare troppo nell’occhio, dopo un lungo e faticoso viaggio alleviato in parte dalle comodità del nuovo treno Express d’Orient, che avevano preso nella stazione Gare de l’Est di Parigi. Erano smontati a Giurgiu, in Muntenia, nel sud-est della Romania, e di lì avevano attraversato il Danubio con il traghetto, erano arrivati nel porto di Ruse in Bulgaria, per poi finalmente riprendere il treno che li aveva portati a Varna.

La folta barba rossa del dignitario persiano – o almeno turco a giudicare dal turbante – non parve così strana al facchino e nemmeno gli parvero fuori luogo gli occhi celesti del suo accompagnatore. Piuttosto, dal canto suo, gli sembrò inconsueta la lingua che parlavano tra di loro, o almeno quel poco che udì, perché i due uomini si scambiarono poche parole in un idioma che non era né il turco né il persiano, né tantomeno il bulgaro o il macedone, niente che fosse geograficamente collocabile in un’area orientale, slava o balcanica. E infatti i due, tra di loro, avevano appena parlato il gaelico delle Highlands, lingua che usavano spesso, essendo entrambi originari di Invergarry, in Scozia. John MacNair e Angus Reid, infatti, discutevano sommessamente a proposito dei rispettivi costumi, indossati, a dire il vero, con grande solennità ed eleganza.

Quando si avvidero che il facchino aveva preso a interessarsi alle loro vicende, smisero di parlare. Passò qualche minuto e fu necessario che il facchino si allontanasse, perché i due tornassero a discutere.

Secondo MacNair il loro travestimento era particolarmente riuscito; Reid, invece, aveva non poco da ridire per il fatto che Varna fosse una città molto internazionale e poteva certo capitare che qualcuno li notasse e si incuriosisse troppo e che allo stesso tempo notasse il loro modo eccentrico di vestire. Indubbiamente entrambi facevano una gran figura, vestiti con stoffe molto costose e con modelli che avevano ricavato da antiche incisioni, tanto da risultare bizzarri e fuori moda. MacNair indossava una specie di abito talare, simile a quello usato dai preti cattolici, di colore giallo paglierino, a maniche lunghe e strette in fondo, ornato di piccoli bottoni di madreperla fino alla vita – mantenuta da una fascia a righe blu e rosse, decorata da fili d’oro e d’argento – un lungo soprabito azzurro in seta damascata, con le maniche corte, impreziosito di una bordatura di ermellino che lo faceva sembrare il dignitario di una corte misteriosa.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.