Di notte tutto è silenzio a Teheran by Shida Bazyar

Di notte tutto è silenzio a Teheran by Shida Bazyar

autore:Shida Bazyar [Bazyar, Shida]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2023-07-31T22:00:00+00:00


2009

MO

Non chiamatelo taxi, chiamatelo adschans, perché adschans significa un uomo di una certa età, capelli grigi e baffi gialli di fumo che su una Paykan arrugginita fila per le strade tra i fossi pieni di acqua e riceve in cambio dei soldi, che alla fine della giornata converte in pane e formaggio. Io dietro, in un bagno di sudore, il mio sudore puzza, e l’auto fa sfilare accanto a noi statue nere di stoffa che nascondono esseri umani. Polvere e fumo e smog, edifici grigi con immagini dei martiri, martiri, ai quali anche io rivolgo lo sguardo. Voci e rumori, un colpo di vento attraverso il finestrino. Tiralo su, dice il conducente, già si soffoca, tiro su il finestrino e io non respiro. Inserisce una cassetta nel registratore e canta, canta del punk-ska russo. Non respiro, Da dove arriva questa cassetta?, chiedo io, e l’uomo mi risponde, Da te, piccoletto, l’hai contrabbandata tu, e sorride, e io vedo busti dentro camicie nere e con i peli sul petto, gli uomini hanno il petto coperto di peli, gli uomini hanno manganelli, e io ho le vertigini per il caldo. Quando?, chiedo, Allora? Il guidatore sputa dentro al suo taxi e dice, È stato a tuo rischio e pericolo, tutto il paese è in piazza, e tu contrabbandi ska-punk. Strano che conosca la parola, ska-punk, e poi capisco che il guidatore vuole sbattermi fuori, e lo farà non appena saremo nella foresta. Ma quale foresta, mi chiedo, siamo nel bel mezzo di Teheran, non ci sono foreste e, se guardo fuori, i manganelli si abbattono su visi che non vedo. Finché dico, Ehi, bello, ti do dei soldi, basta che mi porti da qualche parte. E l’uomo mi risponde, È quello che sto facendo, non ti preoccupare, andrà tutto bene. E nel dirlo ride e sputa dentro la sua auto e dice, Facciamo salire un altro paio di persone, persone come te, come te, come te. Vedrai.

*

Tobi sta martellando la porta di colpi, Tobi non bussa mai. Entra in boxer, e io sposto lo sguardo con gli occhi semichiusi, perché non mi va di guardarlo così, a Tobi non interessa farsi vedere così. Mo, dice e lo fa come se fosse senza fiato, non ho mica dimenticato qui il mio cellulare ieri?, e mi metto a pensare a che giorno era ieri e faccio, Bo’. Bello, dice Tobi e si siede sul mio letto, ma che ho scritto a Maryam? Sicuro, dico io. Tobi scrive sempre a Maryam quando beviamo e fumiamo e parla di lei, e siamo tutti sollevati quando alla fine le scrive, piuttosto che snervarci con i racconti sulle sue braccia e sul modo in cui cammina. Merda, davvero?, chiede Tobi e io dico, Maledizione, Tobi, non lo so, chissene frega. No, amico, dice Tobi, può rovinare tutto, ha dei dubbi e cose simili. Merda, chissà se ho scritto di nuovo delle cazzate.

Mi giro e chiudo gli occhi. Maryam prima o poi romperà con Tobi, prima è meglio è, e più le scrive stupidi sms più sarà rapida la cosa.



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