Diario assolutamente sincero di un india by Sherman Alexie

Diario assolutamente sincero di un india by Sherman Alexie

autore:Sherman Alexie [Alexie, Sherman]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2022-09-15T12:00:00+00:00


Perfino Roger, il bestione che si era beccato il pugno in faccia, tutt’a un tratto si è scoperto mio grande amico.

Io e Penelope eravamo felici di essere vivi, e felici di essere vivi INSIEME, anche se ormai da un po’ avevamo abbandonato le prime posizioni nella classifica delle coppie più chiacchierate.

Non ci siamo persi un solo ballo.

Diciannove canzoni. Diciannove balli. Dodici veloci; sette lenti. Undici canzoni country; cinque rock; tre hip-hop.

È stata la notte più bella della mia vita.

Inutile dirlo, dentro il mio soffocante completo di poliestere non ero altro che una poltiglia sudata. Ma non importava. Per Penelope ero bello, e questo mi bastava.

E poi la musica è finita.

Le luci si sono riaccese.

E in quel momento Penelope si è ricordata che all’inizio della serata non ci eravamo fatti fare la foto dal fotografo professionista.

«Oh, no!» ha gridato. «Ci siamo dimenticati la foto! Che peccato!»

Si è incupita per un momento, ma poi ha capito di essersi divertita a tal punto che della foto poteva anche farne a meno. Una fotografia sarebbe stata soltanto un pallidissimo ricordo di una serata così fantastica.

Per me, naturalmente, non era altro che una gran botta di fortuna. Non sarei mai riuscito a pagare il fotografo. Lo sapevo benissimo. E infatti a casa avevo provato non so quante volte la scenetta del portafogli scomparso.

E così ce l’avevo fatta: la serata era finita e il segreto della mia povertà era salvo.

A quel punto non mi restava che accompagnare Penelope al parcheggio, dove suo padre la aspettava in macchina. Le avrei dato un dolcissimo bacetto sulla guancia (perché Earl mi avrebbe sparato se l’avessi baciata con la lingua in sua presenza) e l’avrei salutata con la mano mentre la macchina si allontanava. Poi avrei aspettato nel parcheggio finché non fossero andati via tutti, e infine mi sarei incamminato verso casa. Era sabato sera, di sicuro avrei incontrato qualche famiglia della riserva che tornava in macchina da Spokane. E di sicuro mi avrebbero dato un passaggio.

Questo era il mio programma.

Ma le cose sono andate diversamente. Perché le cose vanno sempre diversamente.

Roger e altri ragazzi grandi, i più popolari della scuola, hanno deciso di andare in macchina a Spokane a mangiare le frittelle in una tavola calda aperta ventiquattr’ore su ventiquattro. Tutt’a un tratto, non esisteva idea più geniale al mondo.

I ragazzi che ci andavano erano tutti delle ultime classi. Ma siccome Penelope a scuola era così popolare, e per associazione lo ero diventato anch’io, Roger ha invitato anche noi, anche se eravamo solo due matricole.

Penelope ha fatto i salti di gioia.

A me è venuta la nausea.

Tutto quello che avevo in tasca erano i miei famosi cinque dollari. Che ci potevo comprare? Forse una porzione sola di frittelle. Forse.

Era destino.



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