Dostoevskij mio marito by Anna G. Dostoevskaja

autore:Anna G. Dostoevskaja [Dostoevskaja, Anna G.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-58-76126-7
editore: BOMPIANI
pubblicato: 2016-01-01T16:00:00+00:00

PARTE TERZA

1871-1881 IL RITORNO IN PATRIA L’ARRIVO A PIETROBURGO

L’otto luglio 1871, in una giornata calda e piena di sole, arrivammo a Pietroburgo, dopo un’assenza di quattro anni.

Venendo dalla stazione di Varsavia, passammo per via Izmajlov e davanti alla cattedrale della Santa Trinità, dove si erano celebrate le nostre nozze. Pregammo con lo sguardo rivolto verso la chiesa e la nostra piccola, guardandoci, si fece il segno della croce. – Eppure Anecka, – disse F. M. – abbiamo vissuto felicemente all’estero, questi quattro anni, sebbene non ci siano mancati dei momenti brutti. Che cosa ci riserva la vita a Pietroburgo? Davanti a noi tutto è come offuscato da una nube. Prevedo molte difficoltà e preoccupazioni, prima che ci si metta a posto, non ho altra speranza che in Dio.

– Ma perché ci dobbiamo inquietare prima del tempo? –gli risposi per consolarlo. – Speriamo che Iddio non ci abbandoni! L’importante è che il nostro sogno si sia avverato. Siamo di nuovo nella nostra Patria.

In via Bol’saja Konjusennaja, scendemmo a un albergo, ma per pochi giorni, sia perché aspettavo un altro bambino, sia perché l’albergo era molto caro. Prendemmo in affitto due stanze ammobiliate al terzo piano di un palazzo situato vicino al giardino Jusupov, dove la nostra piccola poteva passare i giorni caldi di luglio e di agosto.

Nei primi giorni dopo il nostro arrivo, vennero i parenti di F. M. L’incontro fu molto affettuoso e gentile. Le condizioni finanziarie di Emilija Fëdorovna, in quei quattro anni, erano molto migliorate: il figlio maggiore, Fëdor Michajlovic, essendo un bravo musicista, dava molte lezioni ben retribuite; il secondo figlio Michail Michajlovic, era impiegato in una banca e la figlia Ekaterina Michajlovna faceva la stenografa; cosicché la famiglia viveva nell’agiatezza..

Emilija Fëdorovna, del resto, si era abituata al pensiero che F. M., avendo una famiglia propria, non avrebbe potuto aiutare lei che in casi eccezionali. Solamente Pavel Aleksandrovic rimaneva persuaso che suo padre, com’egli chiamava F. M., dovesse mantenere lui e la sua famiglia.

Debbo dire che ci incontrammo con grande cordialità anche perché mi piacque molto sua moglie Nadezda Michajlovna, che egli aveva sposato nell’aprile di quell’anno; era una donna molto gentile e affabile, bellina, non troppo alta e non priva d’intelligenza. Non arrivavo assolutamente a capire come ella si fosse decisa a sposare un uomo insopportabile come Pavel Aleksandrovic. La compiangevo con sincerità e mi era facile prevedere che la sua vita non sarebbe stata molto lieta.

Trascorsi otto giorni dal nostro arrivo a Pietroburgo, il sedici luglio, di buon mattino, nacque il nostro figlio maggiore Fëdor. Il quindici luglio mi ero sentita poco bene e Fedja a aveva pregato giorno e notte perché tutto andasse bene. Mi disse poi che aveva deciso, se il bambino fosse nato dieci minuti prima di mezzanotte, di chiamarlo Vladimir, in onore di San Vladimir, la cui festa ricorreva il quindici luglio. Nostro figlio però nacque il sedici e lo chiamammo Fëdor, in onore di suo padre, come era già stato stabilito fra noi da molto tempo. F. M. era molto felice, sia per la nascita del figlio, sia perché tutto era andato bene.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.