Elogio della filosofia by Josef Pieper

autore:Josef Pieper [Pieper, Josef]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ares
pubblicato: 2022-09-13T22:00:00+00:00

Chi nega la creaturalità nega l’intelligibilità delle cose

Comunque, non ci si può illudere neppure sotto un altro riguardo: la negazione esplicita del carattere di creatura del mondo ha conseguenze imprevedibili an­che per la stessa comprensione filosofica della realtà, conseguenze che forse prendono consistenza soltanto a poco a poco. Con tale negazione ci si stacca di netto non solo dalla tradizione sacra del cristianesimo, ma anche dalla visione del mondo dei grandi pensatori greci10; vale a dire, dalle fonti originarie del pensiero umano, che influiscono inevitabilmente sui suoi suc­cessivi sviluppi particolari, già dalla prima impostazione di un problema fin poi alla sua stessa terminolo­gia. E, in verità, per quanto resterebbe sempre da discu­tere se la negazione della creaturalità del mondo (co­me pur sostiene Jean-Paul Sartre11) rende di fatto in­consistente già la semplice idea di una «natura umana», una cosa è senz’altro impossibile: da un lato, conte­stare in modo coerente la natura dipendente delle cose, in quanto ideate da uno Spirito che crea pensando, e dall’altro, come se nulla fosse, continuare a trovare chiaro il dato, empiricamente manifesto, della conosci­bilità di queste medesime cose, e cercare di renderlo tale anche agli altri.

Ma la conoscibilità dell’ente ci si manifesta poi dav­vero a livello empirico? Poco prima della sua morte il teorico-matematico Heinrich Scholz mi pose la seguen­te domanda, non senza un’intonazione ironico-critica: «Precipiterebbe realmente il cielo, qualora dovesse ri­sultare che non omne ens est verum e che esistono in­vece dei dati di fatto “oscuri” e inaccessibili di per sé stessi, cioè in forza della loro propria struttura?». – Ma – replicai io allora – si può in genere formulare il termine «struttura» (per esempio), senza pensare eo ipso a qualcosa di comunque verificabile e intelligi­bile, a dispetto di qualsiasi eventuale complessità, per quanto estrema possa apparire? Qualcosa che esiste real­mente e che, al tempo stesso, non è per principio identificabile: un dato simile non solo supera ogni nostra possibilità d’immaginazione, ma addirittura la stronca sul nascere.

– «Eppure è notorio che la fisica moderna si è im­battuta proprio in dati di questo genere!». Allora io chiesi di rimando se a tal punto si fosse troncata ogni ulteriore ricerca, per poi abbandonarla definitivamen­te. – «No, naturalmente no!». – E perché mai la cosa dovrebbe essere tanto «naturale», se non perché, in con­trasto con la particolare tesi filosofica formulata dai teorici della fisica, non si fosse pervenuti alla convin­zione che non esistono dati «di per sé» inconoscibili?

La proposizione omne ens est verum si può quindi formulare anche come segue: «Continuare a indagare ha senso».

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