Fare il possibile by Claudio Bagnasco

autore:Claudio Bagnasco [Bagnasco, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: racconti, letteratura italiana
editore: TerraRossa
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

10 dicembre 2020

Oppure quella volta che sono entrato nella stanza d’ospedale dove stava Guido, ridotto come era ridotto, e dovevo anche, porco mondo, fingermi allegro, snocciolargli notizie belle di me e delle persone a cui volevamo bene, ma più parlavo più avevo l’impressione di annoiarlo, la spietata dignità di Guido, lui che invece mi ha confidato di avere avuto da discutere con un militante di CasaPound pochi giorni prima del ricovero, e come al solito abbiamo finito io per arrabbiarmi (e chiedergli invano un’accurata descrizione fisica del tizio) lui per farmi ragionare: «Non te la prendere per così poco, non dare peso, poi tutto passa», e figuriamoci, sapendo com’è Guido, se non aveva voluto informarsi sul proprio stato, chissà che testa avrà fatto a dottori e infermieri per conoscere i dettagli, capire il significato di ogni termine medico, perciò quelle parole, poi tutto passa, hanno chiuso il discorso e solo allora, risvegliato da tanta onestà, mi sono accorto del Guido che avevo davanti, un Guido quasi senza corpo, e non so mica cosa ci siamo detti da lì in poi perché ho preso a ricordare il corpo di Guido, com’era spericolato al volante della Renault 4, il vocione quando da giovani cantavamo attorno alla chitarra acustica di Marco, tutto il vino bevuto e quel modo di asciugarsi le labbra con l’avambraccio, che tanto ha fatto ridere le sue fidanzatine e stizzire le sue tre mogli, loro lo sgridavano ma lui se le abbracciava sempre, sollevandole da terra, e dov’è adesso tutta quella vita, ho pensato, dov’è tutto quel corpo, perché questo intollerabile sfasamento di tempi, vita maledetta che sei rimasta dentro Guido più di quanto avresti dovuto, a un certo punto non so perché mi sono chinato a baciargli la fronte, forse per sperare che accadesse come nelle fiabe, ma non ci si può comportare così, Guido, con tutte le battutacce da uomini virili che ci siamo lasciati scappare nel corso degli anni, eppure era solo paura, la nostra, solo paura, eccola la verità, chiusa con noi in una stanza d’ospedale, Guido ha reagito al bacio sgranando gli occhi, io allora gli ho detto: «Scusa, Guido», e lui: «Ma che scusa, grazie», e dopo il massimo dell’abbraccio che ci siamo potuti dare, temevo di sgretolarlo, sono uscito dalla stanza con la certezza che non lo avrei più rivisto, e con un’improvvisa voglia di riempire di botte il primo che mi fosse capitato a tiro.

Non so dire se io l’abbia rivisto o no, Guido, perché non so dire cosa sia un corpo senza vita, se qualcosa del mio Guido ci fosse ancora, in quella carcassa che si erano sforzati di non far sembrare del giallastro che era, e se la morte è una cosa naturale, d’accordo, lo posso anche accettare, l’ingiustizia peggiore a cui ci tocca di assistere è questo fatto dei corpi che sopravvivono alla vita, se la vita è nei corpi dal loro primo istante perché mai corpo e vita svaniscono in due momenti diversi, cos’era quel Guido senza

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