Fáulas by Luciano Marrocu

Fáulas by Luciano Marrocu

autore:Luciano Marrocu [Marrocu, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 348
editore: Emmebooks
pubblicato: 2014-05-26T16:00:00+00:00


Osvaldo Floris, avvocato Osvaldo Floris, a vostra piena e completa disposizione, signor ispettore. Non so se siete stato informato sul mio ruolo di antifascista per così dire ufficiale di Fáulas. State attento, signor ispettore, antifascista non è una qualifica che rivendico, ma è quella che mi viene attribuita nelle relazioni delle autorità di Fáulas. Io mi definirei piuttosto un afascista... Cosa vuol dire afascista? Vuol dire che ormai considero il regime un dato di fatto, a cui personalmente non sono né favorevole né contrario. In occasione del nostro impegno in Africa Orientale ho risposto all’appello patriottico. Ho dato l’oro alla patria. Ma l’adesione al fascismo, quella mai e poi mai! A dire il vero c’è stato un momento in cui mi sono avvicinato al regime. Ero, con Lorenzo Pisano, nel gruppo sardo-fascista di Fáulas... non avete mai sentito parlare dei sardo-fascisti, ispettore?... le cose andarono così: che nel 1923-24 una parte consistente del Partito sardo d’azione confluì nel fascismo, cercando di mantenere la sua identità. Qui a Fáulas, tutta l’operazione si basava sul grande prestigio personale di Lorenzo Pisano, che si era riempito di cicatrici e di medaglie al valore sul Sabotino. A pensarci bene la “fusione” diede l’opportunità a Lorenzo Pisano di riallinearsi alle posizioni del suo amico di sempre, Gonario Musio, che era invece un fascista ante-marcia. Molti dissero che era già stato un miracolo che Pisano avesse per qualche tempo cercato di pensare con la sua testa e non con quella del suo amico. Comunque il miracolo durò poco e il sardo-fascismo significò a Fáulas che Lorenzo Pisano, a quel punto segretario politico del fascio, non faceva altro che eseguire gli ordini di Gonario Musio. Io, che un po’ ci credevo alla fedeltà al nostro passato di sardisti, mi trovai completamente isolato e, consentitemi l’espressione, ispettore, con il culo per terra. Fu allora che venni arruolato d’ufficio nell’esiguo esercito dell’antifascismo faulese – vi confesso, ispettore, senza una particolare collaborazione da parte mia. A tutt’oggi quest’esercito comprende solo due elementi: uno l’avete di fronte a voi; l’altro è Tziu Bissenti, un bracciante anarchico che quando ha bevuto (ma qualche volta anche da sobrio) ha la curiosa abitudine di scendere lungo lo stradone principale di Fáulas, brandendo una falce e urlando: deu si da segu sa conca, deu si da segu, gliela taglio la testa, gliela taglio. E quando gli chiedono: a chini da segai sa conca, Tziu Bissenti?, a chi la tagliate la testa, Tziu Bissenti?, risponde: du sciu deu a chini, lo so io a chi, nel frattempo mimando alcune delle espressioni più caratteristiche del nostro capo del governo. Come vedete, ispettore, un esercito socialmente articolato, quello antifascista, anche se ristretto. Tutto ciò non significa che il fascismo si sia realmente acclimatato da queste parti. Il prefetto Dinale, che di queste cose se ne intendeva, era convinto, son parole sue, che la fiamma rigeneratrice del fascismo non avrebbe mai attecchito in questa provincia. Questa è una terra di banditi e di avvocati, diceva. Dinale odiava gli avvocati e, quando conobbe Gonario Musio, lo volle federale anche perché era ingegnere.



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