Forbici vince carta vince pietra (Urania) by Ian McDonald

autore:Ian McDonald [McDonald, Ian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori

Titolo originale: Scissors Cut Paper Wrap Stone

© 1994 by Bantam Spectra

Traduzione di Antonio Caronia su licenza Giulio Einaudi Editore

ANGELO REGISTRATORE

Per gli ultimi quindici chilometri, la donna superò in auto profughi della xenoformazione. Alcuni erano a bordo dei propri veicoli. Molti viaggiavano su autobus cittadini che erano stati requisiti per portare la gente a sud, o sui camion bianchi sudici dell’UNHCR. La maggior parte procedeva a piedi, spingendo le cose che aveva salvato dall’avanzante Chaga ammassate su carretti e carriole, o caricate sulla testa e sulla schiena di donne e bambini. “È sempre andata così” pensò la donna mentre guidava oltre la fila ininterrotta di persone. Il mondo finisce, le donne e i bambini devono trasportarlo, e le Nazioni Unite mandano i loro soldati a controllare che non lo lascino cadere. E le reti mediatiche inviano i loro giornalisti per assicurarsi che il mondo veda senza essere troppo turbato. Dopo tutto, si tratta solo di africani. Un continente viene divorato da qualcosa proveniente dalle stelle, e mi mandano a scrivere il necrologio di un albergo.

— Non mi occupo di cronaca rosa — aveva detto a T.P. Costello, capo della sede di Nairobi di SkyNet, quando lui le aveva parlato delle celebrità internazionali che avrebbero partecipato alla festa funebre del famoso Treehouse Hotel. — Non sono venuta in questo paese per eccitarmi se il tale personaggio indossa un capo del tale stilista o ha una storia con il tal’altro o se la fa con tizio.

— Lo so, lo so — aveva replicato T.P. Costello. — Sei venuta in Kenya per avere un ruolo di protagonista nel primo contatto della Terra con gli alieni. Tutti sono qui per questo. Ecco perché mando te. Chi se ne frega di cosa pensa Brad Pitt della teoria della nube gassosa contrapposta alla teoria degli omini grigi? Io voglio angolature, Gaby. Tu puoi trovarle. Cosa puoi trovare?

— Angolature, T.P. — aveva risposto lei, stancamente, alla litania ormai familiare del direttore.

— Esatto. E sarai proprio là dove sta accadendo tutto, proprio sulla linea di demarcazione. È quello che vuoi, no?

“Esatto, T.P.” aveva pensato lei. Tre mesi in Kenya, e tutto quello che aveva visto del Chaga era una linea lontana di colore, come risacca su una scogliera distante, sotto l’ombra nuvolosa del Kilimanjaro, che avanzava impercettibilmente ma inesorabile attraverso la pianura di Amboseli. Il punto di vista dello spettatore. Lassù, sugli altipiani attorno al Kirinyaga dove era sceso l’ultimo pacchetto biologico, lei sarebbe stata così vicina da poterlo toccare. Il punto di vista del protagonista.

C’era un posto di controllo su a Nanyuki. I soldati sudafricani in casco blu dell’ONU dapprima non seppero come regolarsi con lei, pensando che con quegli occhi verdi e i lunghi capelli color mogano potesse essere un’altra stella del cinema o una celebrità televisiva. Quando dai documenti risultò che si trattava di Gaby McAslan, giornalista multimediale online di SkyNet East Africa, i soldati smisero di essere rispettosi. Con una donna potevano flirtare, a una giornalista si poteva strappare qualche compenso. Gaby sopportò le loro

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