Fouchet Lorraine - 2003 - Cambio vita by Fouchet Lorraine

autore:Fouchet Lorraine
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788811141259
editore: Garzanti
pubblicato: 2006-01-01T23:00:00+00:00

28.

«Buckingham! Come, quick! Bucky, a cuccia, qui! Dinner is ready! Vieni a mangiare!»

John si spolmonava invano. La zuppa del golden retriever era pronta, ma del cane neanche l’ombra.

«Gli è certamente successo qualcosa», disse John, preoccupato.

«Andiamo a cercarlo», fece Sarah. «Deve essersi scordato di guardare l’orologio.»

Si separarono per fare il giro della casa e del giardino urlando il nome del cane. Ma si arresero quasi subito all’evidenza. Buckingham era scomparso.

John telefonò a Barnabé Fantoni, a Pascal Castera e a Patrick Lestrade. La solidarietà non era una parola vuota nel Gers dove tutti si conoscevano e dove le persone si vedevano nascere, crescere e morire. Pascal lasciò immediatamente il suo laboratorio. Lasciando i suoi ortaggi, Barnabé arrivò con Grincheux che si era infilato degli stivaloni per andare lungo la palude. Abbandonando i suoi pazienti, Patrick arrivò con Maxime che aveva incontrato per strada.

Barnabé aggrottò le sopracciglia scorgendo il poliziotto che non aveva più incrociato dopo la famosa lezione di tiro. E si irrigidì vedendo il medico che non aveva salvato Viviane.

«Quei due sono pericolosi, se ci sono loro io me ne vado», cominciò a dire.

John si fece avanti, c’era bisogno di lui. Calmò Barnabé che accettò di restare, a condizione di fare squadra con Grincheux, il quale guardava di traverso Maxime.

La battuta durò due ore, ma non fu coronata dal successo. Quando cadde la notte, Sarah propose di bere qualcosa.

«Bevo soltanto con gli amici», disse Barnabé, fissando fieramente Patrick e Maxime.

Patrick non batté ciglio. Maxime sostenne il suo sguardo. L’agricoltore se la squagliò con le spalle piegate, mentre gli altri si riunirono nel salotto.

«Potrebbe essersi rotto una zampa in una trappola, o essere caduto in una buca procurandosi un trauma cranico», suggerì il medico.

«O essersi battuto con una volpe che gli ha strappato gli occhi», disse Grincheux, lugubre.

«Senza contare gli automobilisti che corrono come pazzi», aggiunse il falegname.

Più John li ascoltava, più gli si annodava lo stomaco. Per sciogliere quel nodo, si versò un bicchiere di puro malto che mandò giù d’un fiato, il che lo riscaldò fino alla successiva predizione nefasta che annegò in un altro bicchiere, poi in un altro, e in un altro ancora.

«Certo che un cane che non viene a mangiare, oh! cazzo, è un brutto segno», disse Grincheux.

«Chiudi il becco!» s’innervosì John. E uscì di casa per sfuggire alle loro sinistre profezie.

S’infilò macchinalmente le mani nelle tasche e sentì il metallo freddo delle chiavi del suo Range Rover.

Lui adorava sua moglie, il suo cane e il suo giardino. Talvolta aveva nostalgia del suo paese, ma se la felicità di Sarah era garantita dal loro esilio, non era poi pagata tanto cara. Si mise al volante, aprì macchinalmente la portiera di destra per far saltare Buckingham sul sedile vicino, inghiottì un singhiozzo e partì.

Juliette, alla guida della sua Twingo, stava chiedendosi che cosa avrebbe pensato Bill Emers della sua mossa per l’ultima chance. Vide da lontano un’auto verde che zigzagava sulla strada, riconobbe il Range Rover, fece dei segnali con i fari. John non vi fece nemmeno caso. Lo incrociò clacsonando.

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