gatti, merletti e chicchi di caffe' by anjali banerjee

autore:anjali banerjee [banerjee, anjali]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

20

Lily

«Mi dia un momento, signore. Sono subito da lei.»

Lily sapeva che l’uomo l’avrebbe creduta matta, però doveva assolutamente precipitarsi fuori per capire dove fosse finito Josh. Mentre correva lungo il vialetto, la pioggia fredda le pungeva il volto. I cespugli frusciavano nel vento, le tende dei negozi ondeggiavano. Udì uno sferragliare sul molo, in fondo alla via, e fiutò l’odore fetido della bassa marea.

Si fermò nel punto in cui lo aveva scorto, sul marciapiede davanti al Regina di Cuori. Si voltò verso la sua boutique. Un leggero chiarore illuminava i manichini, sagome evanescenti in controluce. Poi la gatta saltò sul davanzale, circondata da un’aura pallida.

Lily girò la testa a destra e a sinistra, ma di Josh nemmeno l’ombra. La pioggia le stava inzuppando il maglione. Era stato uno scherzo della sua mente, un’allucinazione. Però sembrava così reale. Aveva visto il suo spirito? Non avrebbe saputo dirlo.

Si rifugiò nel tepore del negozio. Strano: sul bancone c’erano dei segni, come se qualcuno avesse passato un dito sul ripiano. Fu percorsa da un brivido, e decise di concentrarsi sul suo cliente.

«Mi scusi.» Si asciugò il volto. «Dovevo controllare una cosa.» L’uomo annuì lanciando un’occhiata fuori dalla finestra, quindi ricominciò a curiosare tra i vestiti. «Mi dispiace che debba andare a un funerale» continuò Lily. «In ogni caso, non è obbligatorio vestirsi di nero. Al servizio funebre di mio marito io non ero vestita di nero, ma solo perché lui non avrebbe voluto. Una volta mi aveva detto che avrebbe desiderato che tutti fossero colorati, che si ballasse, perfino… Non poteva immaginare che sarebbe morto di lì a poco.»

Perché si stava confidando con un perfetto sconosciuto? La pioggia le aveva dato alla testa?

«Condoglianze» disse lui con dolcezza. «E lei di quale colore si è vestita?»

«Turchese scuro. Non proprio nero, ma quasi.» Lily sorrise. Che male c’è a condividere il dolore? «Su che tinta vuole stare?»

«Speravo che la gatta mi aiutasse a decidere.» L’uomo si guardò intorno. «Quella?» disse, indicando la giacca di Josh.

«Non è in vendita. E poi per lei è troppo piccola.»

Lui si avvicinò al manichino, e la gatta lo seguì; le sue lunghe dita sfiorarono il tessuto con delicatezza. Lily fissò di nuovo gli occhi sulla strada. Nessuna traccia di Josh.

«L’ultima volta che ho indossato una giacca è stato il giorno della laurea…» sussurrò l’uomo alla gatta. «Non saprei nemmeno che taglia prendere… E se mi presentassi nudo?» L’animale fece le fusa. Lui si soffermò su un abito bianco. «Cavolo, questo sì che è un pugno in un occhio.»

«È un completo di lino Palm Beach. Anni Trenta o giù di lì. È uno dei miei capi più datati. Non credo sia molto adatto per un funerale.»

«Scommetto che tu non indosseresti mai un completo Palm Beach, eh, micina? Come ti chiami?»

«Micina» rispose Lily. «E io sono Lily.»

«Ho visto i manifesti in giro per la città. Mi sembra che la gatta si sia ambientata bene, qui.»

«Se il suo padrone si farà vivo, tornerà a casa.»

«È già a casa. Io sono Rupert.» Vagò un po’ per il negozio, prima di fermarsi davanti a un completo Jarvis violaceo.

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