genlib 267B61F36C15822374F0DF5536BC44AD by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Irrigazione vaginale. I maschi di squalo, che sono provvisti di due peni (o «emipeni»), hanno un «sacco a sifone» con il quale possono spruzzare acqua di mare nella vagina della femmina, eliminando in tal modo lo sperma lasciato da precedenti partner. Il sacco a sifone e il dotto spermatico comunicano entrambi all’esterno attraverso appositi solchi degli emipeni.

Anche i grilli risciacquano, ma non si servono di acqua, bensì del proprio sperma. Il bel grillo giapponese Truljalia hibinonis ha un grosso pene (rispetto alle dimensioni del corpo) che può spingere nella vagina della femmina fino a raggiungere le spermateche. Quando il maschio eiacula, la massa appiccicosa del suo sperma riesce a spingere indietro qualsiasi altro sperma eventualmente presente, facendolo fuoriuscire dalla vagina della femmina. Lo sperma così espulso rimane incastrato nel prepuzio del pene del maschio, il quale poi si piega e comincia a mangiare lo sperma appena estratto come se fosse uno snack per riprendersi dalle fatiche dell’accoppiamento. In un altro insetto affine ai grilli, poi, il tettigoniide europeo Metaplastes ornatus, il lavaggio della vagina è parte integrante dell’atto sessuale e prevede di fatto la collaborazione della femmina. Il maschio infatti inserisce il proprio pene, lo muove avanti e indietro per un po’ e quindi lo estrae. Dato che i genitali del maschio sono seghettati e crenulati, quando vengono estratti dalla vagina rovesciano all’infuori un’ampia porzione del sistema riproduttivo della femmina che, per un certo tempo, rimane con l’interno all’esterno. A questo punto si verifica un fenomeno davvero notevole: la femmina si piega a metà e comincia a leccare l’interno dei propri genitali, mangiando qualsiasi pacchetto di sperma lasciato dai maschi precedenti. Questo rituale viene ripetuto varie volte prima che il maschio si decida, alla fine, a depositare la propria spermatofora.15

A ben vedere l’ultimo esempio che ho descritto può apparire un po’ enigmatico: perché mai una femmina dovrebbe aiutare il maschio a vuotare le proprie spermateche? Non dobbiamo mai dimenticare che la femmina ha un legittimo interesse in qualunque cosa decida di fare il maschio. Un maschio capace di persuadere la partner a rinunciare alle proprie riserve di sperma probabilmente ha notevoli qualità, e la femmina forse avrebbe fatto anche di peggio pur di assicurarsi che queste qualità venissero trasmesse ai propri figli. In alcune specie, quindi, nel corso dell’evoluzione il fenomeno dell’eliminazione dello sperma dei rivali è stato incorporato nel rituale dell’accoppiamento e, in un certo modo, è divenuto parte integrante anche della scelta criptica della femmina nonché, impercettibilmente, dello sperm-dumping.

Invece di convergere sulla cooperazione, la competizione tra sessi può talvolta dare inizio a una gara evolutiva per stabilire se sarà il maschio o la femmina a controllare i magazzini di sperma femminili. Una gara di questo genere, è facile prevedere, potrebbe svolgersi con il maschio e la femmina che, alternativamente, compiono un passo evolutivo per cercare di prendere il controllo (come abbiamo visto nelle molte e varie tattiche adottate tra gli zigotteri). Così, nella femmina si potrebbe evolvere una spermateca più profonda per conservare lo sperma fuori dalla portata del maschio.

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