Genova-Buenos Aires sola andata by Massimo Minella

Genova-Buenos Aires sola andata by Massimo Minella

autore:Massimo Minella [Minella, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: De Ferrari Editore
pubblicato: 2017-05-03T22:00:00+00:00


IL PIROSCAFO “GIULIO CESARE”

Capitolo 5

IL“GIULIO CESARE”, LA NAVE DEL VIAGGIO VERSO L’ARGENTINA

Ha un nome celebre, che rimanda ai fasti dell’Antica Roma, la nave che trasporta Mario Bergoglio, sua madre Rosa e suo padre Giovanni a Buenos Aires, nel febbraio del 1929. Un omaggio al suo personaggio più noto, Giulio Cesare, scelto per consuetudine dalla compagnia armatoriale proprietaria, la “Navigazione Generale Italiana”, che affida alle sue navi i nomi della classicità anche in omaggio al Regno d’Italia che ambisce a essere Impero. Quanto fragile e tragico saprà rivelarsi quest’ambizione è storia nota, ma non è questo il punto. La più importante delle compagnie del Regno omaggia l’antichità classica per le sue navi in servizio sulle remunerative rotte delle Americhe. Non a caso, gemello del “Giulio Cesare” è un altro glorioso transatlantico della marineria italiana, il “Caio Duilio”.

La nascita del “Giulio Cesare” è, a dire il vero, un po’ sofferta. La Navigazione Generale Italiana, infatti, affida nel ‘1913 l’ordine per la costruzione ai cantieri inglesi Newcastle Upon Tyne, di proprietà della Hunter & Wigham Richardson. Ma il progetto si ferma già l’anno successivo, per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Bisognerà attendere la fine della Guerra e il completamento dei lavori sullo scafo per veder galleggiare il “Giulio Cesare”. È il 7 febbraio del ‘20 quando la nave viene varata. L’entrata in esercizio avverrà due anni più tardi, il 4 maggio del ‘22, con il viaggio inaugurale da Genova a Buenos Aires. Con una linea elegante e possente, una poppa a incrociatore e un allestimento elegante firmato a Palermo dallo Studio Ducrot, il “Giulio Cesare” ha una stazza lorda di 21.848 tonnellate e una lunghezza di 193 metri, mentre i suoi motori sviluppano una potenza di 21.900 cavalli a vapore. In navigazione sfiora i venti nodi di velocità e a bordo ha spazio per ospitare, oltre a 480 membri dell’equipaggio, 1831 passeggeri suddivisi in quattro classi, 257 in Prima, 306 in Seconda, 366 in Economica e 902 in Terza. Nei suoi 18 anni di attività, sarà una delle navi più internazionali della compagnia e dell’intera marineria. Dal ‘22 al ‘25, infatti, sarà in servizio fra Genova e il Sud America, poi si sposterà in Nord America, prima di rientrare nuovamente sulla rotta sudamericana. Sottoposto a una profonda opera di restyling delle aree alberghiere nel ‘28, resterà sulla rotta per il Brasile e l’Argentina fino al ‘34, quando cambierà continente e si sposterà sotto le nuove insegne della Italia Flotte Riunite (nata nel ‘32 dalla fusione di Navigazione Generale Italiana, Lloyd Sabaudo e Cosulich Line) in Sudafrica. Cinque anni in servizio da Genova a Cape Town, prima di essere ceduta al Lloyd Triestino e aprire una nuova rotta, questa volta per la Cina. Saranno pochi, però, i viaggi diretti a Shangai. La guerra fermerà i collegamenti internazionali e il “Giulio Cesare” sarà messo in disarmo nel ‘40. Gli ultimi tre viaggi, però, li farà nel ‘42, noleggiata dalla Croce Rossa Internazionale, per riportare in Italia i profughi delle colonie dell’Africa Orientale Italiana. All’arrivo nel porto di Trieste, nel ‘43, andrà incontro al suo triste destino.



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