Giorni da Milan by Comunque Milan;

Giorni da Milan by Comunque Milan;

autore:Comunque Milan; [Comunquemilan]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788885747357
editore: edigita
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


(Conte Fiele)

5 FEBBRAIO 1950

ANDIAMO IN TELEVISIONE

Prima in classifica contro seconda. Tutto esaurito. 5.000 tifosi della squadra ospite in trasferta. Parata di vip in tribuna. Diretta televisiva. Scene di isterismo in campo e fuori. Roba da tempi moderni, eh?

E in effetti, JuveMilan del 5 febbraio 1950 è stata con ogni probabilità il primo, vero evento calcistico a tutto tondo della storia del campionato di Serie A, ha creato il format del big match. Però, alla fine, quello che è rimasto non è stato il contorno, ma la pietanza, fatta di sette spiedini milanisti nella porta della Goeuba.

Che giornata, a dispetto della pioggia, del fango, di una gnagnera invernale che complicò non poco la vita di Carlo Balilla Bacarelli, il primo telecronista dell’italica storia del videopallone. La Rai, da un anno, stava iniziando a giochicchiare con questo nuovo mezzo già in auge nei paesi evoluti, la televisione. E poiché il centro di produzione sperimentale aveva sede a Torino, lo scontro diretto tra le due regine del torneo era una bella occasione per capire come fare a riprendere e raccontare il calcio, fino a quel momento raccontato senza possibilità di verifiche dirette dal vecchio Nicolò Carosio alla radio.

Telecamere e cavi assortiti portati al Comunale dai Vigili del Fuoco, fischio d’inizio 14.30, vai con la diretta. Trasmissione per la sola zona di Torino, e quanti potevano essere i bugianen che disponevano di un apparecchio atto alla fruizione di qualcosa che ancora non c’era? Facciamo 30, 40, 50, 100 al massimo? I parenti di quelli che già ci lavoravano, via. Però, certamente, lo share fu del 100%.

E a loro, con fatica, confuso dall’inesperienza, dal fango che copriva i numeri di maglia e dalle emozioni, Carlo Balilla Bacarelli mostrò e raccontò di un massacro calcistico, mica male per la prima di miliardi di dirette a venire: quei faccioni del Gre-No-Li vollero prendersi la nuova ribalta e, lasciata l’illusione a Madama con il gol del vantaggio di John Hansen, misero il loro nome in testa al cartellone. Pareggio immediato di Nordahl; poi, visto che qualcuno ricorda ogni tanto di una storia più recente di sei minuti, ecco, in soli tre arrivarono tre perette in perfetta sequenza, Gren-Liedholm-Nordahl. Chissà il povero Bacarelli, roba da dare di matto, alla prima volta.

Certamente a dare di matto fu Parola, l’uomo delle figurine Panini, capitano juventino umiliato e picchiato, pure, dall’iradiddio Gunnar, eroe della mattanza. Prima dell’intervallo, sparò un calcio di frustrazione al numero 9 rossonero: erano altri tempi, e l’arbitro Galeati non si fece né intimidire dai 50.000 del Comunale, né blandire dal drappello di avvocati difensori in maglia decolorata. Parola fuori, subito, e nella ripresa, ampio spazio per la degna prosecuzione e conclusione dello show televisivo, con la tripletta del Pompierone, che consentì anche a Burini e Candiani di salutare la mamma a casa con un golletto. Milan 7, Juventus 1.

I diavolisti non di primo pelo, reduci dall’anonimato, dal nulla degli anni ‘30 e dell’immediato dopoguerra impazzirono di gioia: ad applaudire, in tribuna, anche il dio sportivo dell’epoca Fausto Coppi (che fece il tifo per il Milan) e Alberto Ascari, totem del volante, cuore rossonero.



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