Gli extraterrestri torneranno by Erich von Daeniken

Gli extraterrestri torneranno by Erich von Daeniken

autore:Erich von Daeniken [Daeniken, Erich von]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ferro
pubblicato: 1969-05-14T23:00:00+00:00


CAPITOLO VIII

Sull'Isola di Pasqua gli "dei" piantarono in asso i giganti?

Chi era il dio bianco?

Non si conoscevano i telai eppure si coltivava il cotone

La suprema conoscenza dell'uomo

I primi navigatori europei che all'inizio del XVIII secolo sbarcarono sull'Isola di Pasqua non credettero ai loro occhi. Su questo pezzetto di terra, a 3.600 chilometri dalla costa del Cile, videro centinaia di statue di enorme grandezza che giacevano sparse qua e là per l'isola. Interi pezzi di montagna erano stati lavorati e modellati, la pietra vulcanica, dura come l'acciaio, era stata tagliata come burro e decine di migliaia di tonnellate di roccia massiccia giacevano in luoghi dove non potevano essere state lavorate. Centinaia di gigantesche figure, alte alcune fra 10 e 20 metri e pesanti fino a 50 tonnellate, sfidano ancor oggi le indagini degli studiosi - simili a robot, che aspettano solo di esser rimessi in azione. Inizialmente questi colossi portavano anche cappelli, ma il fatto non contribuì certo a spiegarne l'enigmatica origine: la pietra di cui sono fatti i cappelli, che pesano oltre 10 tonnellate, proviene da un luogo diverso da quella dei corpi, e ogni cappello dovette per di più essere sollevato fino in cima alla sua altissima statua.

Presso alcuni di questi colossi erano state rinvenute allora delle tavolette di legno, ricoperte di strani geroglifici. Ma oggi, in tutti i musei del mondo, di queste tavolette non se ne trovano più nemmeno una decina e anche di quelle che ancora esistono non si è potuta finora decifrare nessuna iscrizione.

Le ricerche di Thor Heyerdahl su questi misteriosi giganti stabilirono tre periodi culturali chiaramente distinguibili, fra i quali il più antico pare sia stato il più perfetto. I resti di carbone vegetale rinvenuti da Heyerdahl furono da lui datati intorno al 400 d.C. Non si è potuto accertare se i focolai e i resti di ossa siano in qualche modo in rapporto coi colossi di pietra. Presso pareti rocciose e orli di crateri Heyerdahl rinvenne centinaia di statue incompiute: migliaia di strumenti di pietra, semplici asce litiche, giacevano sparsi intorno, come se il lavoro fosse stato interrotto all'improvviso.

L'Isola di Pasqua è molto lontana da ogni continente e da ogni civiltà. Agli isolani sono più familiari il Sole e la Luna che qualsiasi altro paese della Terra. Sull'isola, piccolo scoglio di pietra vulcanica, non crescono alberi. La spiegazione comune, che i giganti di pietra siano stati trasportati nella loro attuale sede mediante rulli di legno, è anche questa volta infondata. Inoltre l'isola non può aver fornito nutrimento per più di 2.000 uomini (oggi sull'Isola di Pasqua vivono alcune centinaia di indigeni). Non è pensabile nell'antichità un commercio marittimo che portasse agli scalpellini dell'isola viveri e vesti. Chi ha dunque tagliato le statue dalla roccia, chi le ha modellate e le ha trasportate nella loro attuale sede? Come furono spinte senza rulli per chilometri e chilometri di terreno accidentato? Come furono scolpite, levigate e rizzate? E come fu sovrapposto il cappello, la cui pietra proviene da una cava diversa da quella della figura?

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