Grazie, Occidente! by Federico Rampini

Grazie, Occidente! by Federico Rampini

autore:Federico Rampini [Rampini, Federico]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-19T12:00:00+00:00


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La fortuna di essere atlantici

Più di quattrocentomila americani morirono nella seconda guerra mondiale. Ventinovemila solo nell’operazione dello sbarco in Normandia, iniziato con il D-Day del 6 giugno 1944. La sconfitta dei nazifascismi fu possibile perché una generazione di giovani americani pagò un prezzo altissimo, fino a sacrificare la vita, in un conflitto europeo che non li minacciava direttamente (gli Stati Uniti avevano subito l’unico attacco nel Pacifico, a Pearl Harbor, dal Giappone). In Italia una vera democrazia, e il diritto di voto per le donne, arrivarono solo dopo la liberazione a opera delle forze alleate. L’invasione della Normandia era stata preceduta dagli sbarchi in Sicilia e ad Anzio, sempre ottant’anni fa.

Il ruolo dell’America non finì lì. La Comunità europea, nucleo originario dell’Unione, nacque con l’incoraggiamento di Washington e dopo che il Piano Marshall aveva finanziato la ricostruzione con i soldi dei contribuenti americani. Sconfitti Hitler e Mussolini, nella parte d’Europa sotto la protezione o l’egemonia Usa fiorirono i diritti umani e le libertà politiche. A Est l’Armata Rossa di Stalin schiacciava rivolte popolari, soffocava i dissensi, imponeva dittature comuniste teleguidate da Mosca.

La differenza tra l’essere dall’una o dall’altra parte della «cortina di ferro» – cioè il confine tra i due blocchi nella guerra fredda – fu ben visibile in Italia. Appartenere all’Alleanza atlantica non impedì che in Italia tantissimi elettori (a volte più di un terzo) votassero per il più grande Partito comunista d’Occidente. Il Partito socialista entrò nelle maggioranze di governo a partire dagli anni Sessanta, quello comunista alla fine degli anni Settanta. Il suo leader, Enrico Berlinguer, arrivò a dire in una famosa intervista al «Corriere della Sera» di sentirsi più sicuro dentro la Nato. Non c’era libertà per le forze di opposizione a Berlino Est, Varsavia, Praga, Budapest, Bucarest.

Perciò non fummo sorpresi, dopo gli eventi del 1989-1991 (crollo del Muro di Berlino, dissoluzione dell’Unione Sovietica), di fronte alla richiesta dei paesi dell’Europa centro-orientale di entrare nell’Alleanza atlantica. Per loro, il giorno della liberazione si era fatto attendere mezzo secolo di troppo.

Tutto ciò è stato dimenticato. Nelle nostre scuole forse si insegna altro. Da parte sua, Putin riscrive la storia con il teorema di un «accerchiamento» della Russia, rilanciato dai suoi sostenitori in Occidente. Il diritto di voto, le libertà tipiche delle nostre liberaldemocrazie e conculcate in tante altre parti del mondo non sembrano più accendere passioni tra di noi. L’America, e con essa l’intero Occidente, viene considerata l’impero del male da una parte delle giovani generazioni.

Nel 2024 nessuno ci ha chiesto di «morire per Kiev» come nel 1944 fu chiesto a tanti giovani americani di sacrificare la vita per liberare l’Italia, la Francia, l’Europa intera. Molte cose sono cambiate, anche all’interno degli Stati Uniti. I giovani che caddero sulle spiagge dello sbarco durante il D-Day erano, in maggioranza, soldati di leva. Il servizio militare obbligatorio fu abolito in America dopo un’altra guerra, quella del Vietnam, un conflitto sbagliato, contestato, lacerante. Oggi gli Stati Uniti hanno, come quasi tutti i paesi occidentali, un esercito di professionisti e volontari:



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