(harry potter 01) - LA PIETRA FILOSOFALE - [1997] by Rowling J.K

(harry potter 01) - LA PIETRA FILOSOFALE - [1997] by Rowling J.K

autore:Rowling J.K. [J.K., Rowling]
La lingua: ita
Format: epub
editore: [krug book]
pubblicato: 2012-05-14T06:03:48+00:00


Si tuffarono sotto di lui e spiccarono una corsa con tutta la forza che avevano nelle gambe, dritti verso l'estremità del corridoio, dove andarono a sbattere contro una porta... chiusa a chiave.

- Siamo arrivati al capolinea- disse Ron sconfortato mentre spingevano inutilmente cercando di aprirla. - Siamo perduti! È la fine!-

Udirono dei passi: era Gazza, che correva più in fretta che poteva verso il punto da cui provenivano le grida di Pix.

- Vi decidete a fare qualcosa?- sbottò Hermione. Afferrò la bacchetta di Harry, colpì il lucchetto e sussurrò: - Alohomora!-

Il lucchetto scattò e la porta si spalancò davanti a loro, la oltrepassarono spintonandosi, la richiusero velocemente e vi pigiarono contro l'orecchio, rimanendo in ascolto.

- Da che parte sono andati, Pix?- stava chiedendo Gazza. - Svelto, parla!-

- Di' 'per favore'.-

- Non farmi perdere tempo, Pix. Dimmi, dove sono andati?-

- Non ti dirò un bel niente se non me lo chiedi per favore- disse Pix con la sua fastidiosa cantilena.

- E va bene... per favore!-

- NIENTE! Ah-ha! Te l'avevo detto che non avrei detto niente se non dicevi per favore! Ha ha! Haaaa!- E i ragazzi udirono Pix allontanarsi con un sibilo mentre Gazza, furente, lanciava maledizioni.

- Crede che questa porta sia chiusa a chiave- bisbigliò Harry. - Penso che siamo salvi... E piantala, Neville!- Infatti, era un minuto circa che Neville tirava la manica della vestaglia di Harry. - Che cosa c'è?-

Harry si voltò... e vide chiaramente che cosa c'era. Per un attimo, fu pronto a giurare di essere precipitato in un incubo: era troppo, dopo tutto quel che aveva passato fino a quel momento.

Non si trovavano in una stanza, come aveva creduto. Erano in un corridoio. Il corridoio proibito del terzo piano. E ora, capivano perché fosse proibito.

Stavano fissando dritto negli occhi un cane mostruoso, un bestione che riempiva tutto lo spazio tra il soffitto e il pavimento. Aveva tre teste. Tre paia di occhi roteanti, dallo sguardo folle; tre nasi che si contraevano e vibravano nella loro direzione; tre bocche sbavanti, con la saliva che pendeva come tante funi viscide dalle zanne giallastre.

Era lì, perfettamente immobile, tutti e sei gli occhi fissi su di loro, e Harry capì che l'unica ragione per cui non erano ancora morti era che la loro improvvisa comparsa lo aveva colto di sorpresa, sorpresa che però stava superando rapidamente: il suo ringhiare sordo non dava adito a equivoci.

Harry brancicò in cerca del pomello della porta: tra Gazza e la morte sicura preferiva Gazza.

Caddero all'indietro... Harry richiuse la porta sbattendola e ripresero a correre, anzi quasi a volare, lungo il corridoio. Gazza doveva essere andato a cercarli in qualche altra direzione perché non lo videro da nessuna parte, ma di quello non si preoccuparono affatto. L'unica cosa che volevano fare era mettere quanta più distanza possibile tra loro e quel mostro. Non smisero di correre fino a che non ebbero raggiunto il ritratto della Signora Grassa, al settimo piano.

- Ma dove diavolo eravate, tutti quanti?- chiese lei guardando le vestaglie che gli pendevano dalle spalle e i volti congestionati e madidi di sudore.



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