House of cards by Dobbs Michael

autore:Dobbs, Michael [Dobbs, Michael]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2014-03-16T23:00:00+00:00

26 Pane indiano cotto nel forno d’argilla.

Capitolo ventitré

Le polveri di un’ambizione esplosa danno al tramonto un fascino particolare. E io adoro passeggiare di sera.

Domenica 24 ottobre

Weekend Watch. L’intera nazione davanti alla TV. Leoni contro cristiani – o almeno un cristiano in particolare. Collingridge stava cominciando a rilassarsi, man mano che il programma entrava nel vivo. Nei due giorni precedenti aveva provato tutto con grande impegno, e fino a quel momento le domande rispettavano le previsioni, dandogli l’opportunità di parlare con genuino vigore dei successivi anni di governo. Aveva chiesto espressamente che la questione di Charlie e dell’«Observer» fosse affrontata per ultima – perché temeva che quei bastardi in cabina di regia sforassero oltre i dieci minuti concordati. Ciononostante, procedeva con passo deciso. Dopo quaranta minuti di discussioni sugli interessi della nazione e sul suo luminoso futuro, era certo che qualsiasi spettatore dotato di buon senso avrebbe trovato meschine e irrilevanti certe domande.

Sarah, seduta a bordo studio, gli sorrise con fare incoraggiante durante l’ultima interruzione per la pubblicità. Lui le mandò un bacio, mentre l’assistente di studio muoveva le braccia per informarli che stavano tornando in onda.

«Primo ministro, in questi ultimi minuti del programma vorrei concentrarmi sulle rivelazioni pubblicate la settimana scorsa dall’“Observer” in merito a suo fratello Charles e sulle implicazioni relative a un’eventuale e impropria operazione di borsa».

Collingridge annuì, col viso serio, impassibile.

«Sappiamo che all’inizio della settimana, Downing Street ha rilasciato un comunicato in cui si nega ogni coinvolgimento della sua famiglia e si suggerisce che possa trattarsi di uno scambio d’identità. È corretto?».

«Nessun coinvolgimento. Assolutamente. Per quel che ne so, potrebbe essersi trattato di un altro Charles Collingridge. Ma non sono in condizione di poter spiegare l’incredibile articolo dell’“Observer”. Tutto ciò che posso dirvi è che nessun membro della mia famiglia ha mai avuto a che fare con le azioni della Renox. Su questo ha la mia parola d’onore». Pronunciò quest’ultima frase con lentezza, sporgendosi in avanti e guardando negli occhi il conduttore.

«Mi risulta che suo fratello neghi di aver aperto un indirizzo postale presso una tabaccheria di Paddington».

«Assolutamente», confermò Collingridge. «È risaputo che al momento non si trova nella sua forma migliore, ma...».

«Mi perdoni se la interrompo, primo ministro, ma abbiamo davvero poco tempo. All’inizio della settimana uno dei nostri reporter ha spedito una busta, all’attenzione di Charles Collingridge, presso lo stesso indirizzo di Paddington che è stato usato per aprire il conto in banca. Era una busta di un color rosso acceso, scelta in modo che potesse essere identificata con facilità. Ieri è andato a ritirarla. Abbiamo filmato la scena, e vorrei che la guardasse nel monitor. Mi scuso per la qualità delle immagini, ma abbiamo dovuto usare una telecamera nascosta, perché il proprietario del negozio sembrava molto riluttante a cooperare».

Il conduttore ruotò la sedia in modo da guardare insieme al pubblico il video – sgranato ma intellegibile – che venne proiettato su un grande schermo alle loro spalle. Collingridge gettò uno sguardo preoccupato a Sarah, prima di ruotare a sua volta la sedia, con circospezione.

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