I Dieci del 10: I momenti clou della carriera di Francesco Totti (Italian Edition) by Patrick Iannarelli

I Dieci del 10: I momenti clou della carriera di Francesco Totti (Italian Edition) by Patrick Iannarelli

autore:Patrick Iannarelli [Iannarelli, Patrick]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-05-06T22:00:00+00:00


Mo je faccio er cucchiaio

«Ma che sei scemo?» Una frase che ha pronunciato Luigi Di Biagio, ma che abbiamo pensato un po’ tutti dopo aver visto quel rigore contro l’Olanda a Euro 2000. Un gesto con quoziente di difficoltà elevato, ma da mostrare a tutto il mondo. Come se fosse un segno di rivincita, come se Totti avesse voluto mettere sempre il punto esclamativo. Una sorta di firma, un segno dell’artista. Il cucchiaio, da quel momento in poi, diventerà un termine di uso comune tra gli addetti ai lavori e non. Esisteva prima, per carità. Totti ha avuto il merito di cambiare nome al classico pallonetto. Non solo sui calci di rigore, battuti in quel modo soltanto in poche occasioni, ma anche per quei pallonetti che hanno sorpreso parecchi portieri. Un gesto istintivo per lui, ma difficile per tutti gli altri. Sono stati tanti i momenti in cui Totti ha usato lo scavetto sotto, non solo per superare i portieri avversari. Lo ha fatto quando doveva smarcare un compagno, magari di prima intenzione. Difficilissimo da pensare con la palla in movimento, ma se esce mandi in porta chiunque. Sicuramente Totti ha sempre cercato la giocata, come a voler impressionare in qualsiasi modo i compagni, ma soprattutto avversari e tifosi. Un modo di mettersi in mostra probabilmente, ma anche la voglia elevare il concetto di calcio. Perché Totti fondamentalmente ha deciso, durante tutto l’arco della sua carriera, di non giocare mai in maniera semplice. Tante volte ha anche forzato una giocata, sbagliando e prendendosi i fischi. Spesso non è riuscito a trovare il varco giusto per aver esagerato, per aver ricamato troppo. I gesti istintivi, però, hanno sempre avuto un sapore differente. Soprattutto se fatti dal numero 10. Aveva ragione Maradona a dire che rendeva le cose difficili abbastanza facili. Sarà stato anche scemo, come spesso ricorda Di Biagio, ma il rigore calciato contro l’Olanda è un concentrato di tecnica e bellezza, davanti a un muro arancione che quel giorno capì veramente il reale concetto di sfortuna. Il tocco è istintivo, per carità, ma è il segno di una tranquillità interiore di un giocatore che disputò un campionato europeo ad altissimo livello. Fiducia in sé, lo dimostra quel giorno e lo farà più volte nelle stagioni successive. Un tocco quasi naturale che lo rende ancor più scanzonato davanti agli occhi di tutti, ma lui stesso sa che per fare certe cose devi essere in grado di saper giocare a pallone.

Totti non segna molto di pallonetto, anche se ovviamente quel gesto lo ha reso famoso in tutto il mondo. In quegli anni è aiutato anche da un posizionamento diverso dei portieri. Se col Milan (il 12 ottobre del 1996) riesce a superare Sebastiano Rossi in uscita, con la Lazio nel 5-1 approfitta di un posizionamento sbagliato da parte di Peruzzi. La scelta dell’attimo è fondamentale in ogni occasione, ma la difficoltà sta nel farlo in movimento e in un calcio che inevitabilmente sta cambiando. Anche per questo motivo arrivano gli errori, ma il gesto di prima intenzione rimane.



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