I giorni dell'ira: Storie di matricidi by Paolo Crepet Giancarlo de Cataldo

autore:Paolo Crepet, Giancarlo de Cataldo [Paolo Crepet, Giancarlo de Cataldo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Genocide & War Crimes
ISBN: 9788858861769
Google: qA4sEQAAQBAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2024-11-03T23:00:00+00:00

Il tema dell'angelo e del maiale

di Giancarlo De Cataldo

Primo interrogatorio, 15 aprile 19..., Casa di reclusione di M...

Prendo atto che mi viene data lettura delle dichiarazioni rese il 30 marzo u.s. ai Carabinieri.

Confermo integralmente, in ogni sua parte, il contenuto del verbale.

La S.V. mi chiede di ripetere l'esposizione dei fatti.

Domenica 29 marzo, intorno alle ore 23,00-23,30, mi trovavo nella mia stanza, intento a guardare la televisione, non sono in grado di precisare il programma, ma presumo si trattasse di un film americano. Improvvisamente, per ragioni che non sono in grado di spiegare, ho deciso di scendere al pianoterra, dove si trovava mia madre. La mia stanza è al piano superiore. Mia madre lavorava al computer. Le sono andato alle spalle, lei non si è accorta della mia presenza. Sono rimasto ad osservarla per un tempo che non sono in grado di precisare, alcuni secondi, credo, poi, avendo scorto sul ripiano di uno scrittoio, del tipo in uso nelle navi inglesi nel Settecento, un fermacarte di bronzo, l'ho afferrato, e ho colpito una prima volta.

Mia madre si è voltata, come stupita, e mi ha guardato.

Il colpo non è stato vibrato con forza sufficiente, credo di averle procurato una ferita soltanto superficiale. A questo punto mi sono rapidamente recato nel capanno degli attrezzi, sito in giardino, e mi sono impossessato di una 'mazzetta' da carpentiere.

Mia madre, reggendosi la testa ferita, ma perfettamente lucida, mi aveva seguito. Non sono in grado di riferire il contenuto delle frasi che ebbe a pronunciare, anche se ricordo distintamente che frasi furono pronunciate. Avendo notato che avevo la 'mazzetta', mia madre è tornata di corsa in casa. Io l'ho raggiunta e ho colpito alcune altre volte, sempre sulla testa.

Su quanto è accaduto successivamente ho ricordi ancora più confusi. Sono certo di essermi lavato le mani con l'alcool, di essermele asciugate con un canovaccio da cucina, e di aver quindi provveduto a ripulire la 'mazzetta', che ho infine gettato in un cassetto dello scrittoio. Ho poi sparso il contenuto del flacone di alcool nella stanza al pianoterra e ho appiccato il fuoco gettandovi sopra alcuni cerini accesi.

Escludo di aver voluto distruggere le tracce del reato, in quanto era mia intenzione cancellare le macchie di sangue che vedevo per terra.

Escludo di aver in qualsiasi modo tentato di estendere l'incendio al resto della casa, né, tanto meno, ho mai pensato di mandare a fuoco l'intera città. Quanto riferito in tal senso da alcune corrispondenze sul quotidiano locale è del tutto destituito di fondamento.

Prendo atto che la S.V. mi fa notare che l'apparecchio televisivo nella mia stanza è stato sfasciato, probabilmente a calci. Non so spiegare l'accaduto. Prendo inoltre atto dei disegni che la S.V. mi mostra, raffiguranti un maiale e un angelo, entrambi muniti di ali. I disegni potrei anche averli fatti io, ma non ricordo né dove, né quando. Escludo che i disegni abbiano alcun legame con il fatto. I rapporti con mia madre erano normali. Non so spiegare le ragioni del fatto. Non intendo aggiungere altro.

Letto, firmato, sottoscritto.

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